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01 febbraio 2025

Conegliano

44 STUDENTI IN FILA PER SEI COL RESTO DI DUE

Una classe quarta dell’Ipsia di Conegliano conta 44 gatti, cioè allievi

| Emanuela Da Ros |

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| Emanuela Da Ros |

44 STUDENTI IN FILA PER SEI COL RESTO DI DUE

CONEGLIANO – La solitudine? E’ una condizione esistenziale che non appartiene alla scuola italiana. Che non appartiene all’Ipsia Pittoni.

Nell’istituto coneglianese si sta belli stretti. Si sta come d’estate sul raccordo anulare le auto: in fila.

Durante un’assemblea sindacale della Cgil, svoltasi ieri in un istituto superiore della marca trevigiana, un docente dell’Ipsia Pittoni ha denunciato la presenza in una classe quarta di 44 allievi.

Parlandone, l’insegnante non ha potuto celato una profonda amarezza, un senso di frustrazione. E una legittima preoccupazione, sia per l’attività formativa che dovrebbe svolgersi in aula, che per la sicurezza degli studenti.

“A quanto ci risulta – spiega Omar Lapecia Bis, delegato sindacale della Cgil scuola – una classe quarta dell’Ipsia Pittoni vive una condizione folle: è composta da 44 studenti. L’insegnante che ci ha segnalato la situazione ha detto di aver avuto un colloquio col dirigente scolastico, ma che quest’ultimo gli ha riferito che il Csa di Treviso si è trovato nell’impossibilità di dimezzare la classe. Che ha dovuto accorpare, accorpare, accorpare arrivando a confezionare una quarta dalle dimensioni ciclopiche. La presenza di 44 allievi in una classe, in un’aula, oltre a rendere difficoltosa qualunque attività didattica, determina gravi problemi di sicurezza”.

Secondo quanto spiega Omar Lapecia Bis, ogni studente di scuola superiore dovrebbe avere a disposizione almeno 1,94 metri quadri di spazio all’interno dell’aula. Per contenere 44 studenti, l’aula dell’Ipsia Pittoni dovrebbe quindi essere ampia almeno 100 metri quadri. Ma non è così.

L’edificio è stato pensato e strutturato per ospitare classi numericamente molto inferiori. E allora? “Allora – conclude Lapecia Bis – questo è il risultato di una “riforma” scolastica che ha come obiettivi prioritari il risparmio, la “razionalizzazione delle risorse” e delle boccate d’ossigeno. La scuola –per scelta politica – vuole pesare sempre meno sul bilancio collettivo. L’esito è che gli studenti pesano di più sul pavimento. Sulle fondamenta incerte del nostro futuro”.

Emanuela Da Ros

 


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