Addio a Daniele Berti, coach della felicità
Fino all’ultimo ha coltivato il sogno di insegnare agli altri a essere felici
| Emanuela Da Ros |
VITTORIO VENETO - Nel 2022 avrebbe compiuto 70 anni: si è spento in seguito a una grave malattia. Fino all’ultimo ha coltivato il sogno di insegnare agli altri a essere felici.
Credo (lo spero tantissimo) che Daniele Berti se ne sia andato felice, nonostante la grave malattia in seguito alla quale era stato ricoverato all’ospedale di Treviso. Nato a Vittorio Veneto nel 1952, aveva frequentato il liceo scientifico Flaminio prima di approdare alla facoltà di Urbanistica di Venezia, anche se il suo desiderio - come ha sempre confessato - era di iscriversi a Psicologia.
Un indirizzo di studi che percorrerà dopo il 2004, quando dopo aver chiuso lo studio pubblicitario a cui nel frattempo si era dedicato (aveva lavorato per grandi aziende come Enel, Electrolux e per la Federazione Industriali del Veneto) si dedica tenacemente allo studio della filosofia classica e contemporanea, alla psicologia e alle neuroscienze.
Con un obiettivo: capire se la felicità esiste, e se sia possibile raggiungerla qualunque sia la condizione sociale, esistenziale o economica di un individuo o di una collettività. In quasi vent’anni di studio, ricerca, corsi di formazione, Daniele Berti che nel frattempo era diventato counselor e aveva aperto in città (e poi in moltre altre sedi) la Palestra della Felicità, si era convinto che “la felicità esiste e come diceva Aristotele più di duemila anni fa per essere felici bastano un po’ di studio e un po’ di applicazione”.
Sul tema aveva anche pubblicato tre libri corposi “Manuale di Felicità: Teoria e Pratica”, “Da homo sapiens a Homo felix” e l’ultimo, uscito durante la pandemia “Covid o VUCA? Ansia e stress – sotto stress sei stupido ma- puoi guarire”.
“Ci hanno insegnato a confondere la gioia, l’entusiasmo, l’eccitazione con la felicità - diceva Berti - ma queste sono emozioni e come tali hanno degli alti e dei bassi, mentre la felicità è una vera e propria competenza così, quando l'hai fatta tua, non ti abbandona più. Imparare a essere felici non significa godersela tutto il giorno ma significa imparare ad affrontare in modo sereno le prove che la vita ci propone. Che queste prove siano facili o difficili, piacevoli o spiacevoli non fa molta differenza: imparare ad essere felice è l’unica cosa da fare se desideri una vera qualità della vita”.
Sono convinta che da bravo coach della felicità, con intelligenza, sensibilità e autentica empatia, Daniele Berti se ne sia andato felice di aver concretizzato un sogno e un progetto che aveva coinciso con la sua vita.
“Quando impari a essere felice - diceva durante una delle ultime chiacchierate-interviste - la tua visione della vita e del mondo cambia, così se prima i momenti belli erano abbastanza rari ora non mi mancano mai e i più belli sono quando qualcuno mi ringrazia perché l’ho aiutato a capire come sia facile imparare ad essere felici”. Ciao Daniele, e grazie. Un abbraccio felice dalla redazione di OggiTreviso e del Quindicinale.