Aggredito in centro a Treviso da due ragazzini: "Non provo rabbia ma non ritiro la querela"
Luca Gobbo ha incontrato il sindaco Conte: "Mi auguro ci sia la volontà da parte dei ragazzi di mettere a posto questa situazione"
| Isabella Loschi |
TREVISO - “Non si tratta di accusare o perdonare, ma di gestire la situazione in modo armonico, ovvero capire qual’è la pena e il metodo giusto per ottenere un risultato”. Usa la gentilezza pur riconoscendo la gravità del fatto, Luca Gobbo, l’uomo aggredito e picchiato nel pomeriggio di venerdì 5 aprile da due giovani minorenni in vicolo Rialto in pieno centro a Treviso, dopo che era intervenuto in difesa di una donna che li aveva rimproverati.
Nel primo pomeriggio di oggi, 12 aprile, Gobbo ha incontrato il sindaco di Treviso Mario Conte che, dopo essere venuto a conoscenza dell’episodio di violenza, ha voluto chiedere scusa all’uomo a nome di tutta la cittadinanza.
“Gentilezza non significa debolezza - spiega Gobbo, padre di due gemelli di 24 anni - Essere gentili a volte funziona meglio della violenza. Sono in contatto con il padre del giovane 17enne che mi ha aggredito, è una persona per bene e voglio tutelare questa famiglia. Spero che il ragazzo capisca il messaggio e magari di poterlo incontrare, ma soprattutto mi auguro ci sia la volontà da parte dei ragazzi di mettere a posto questa situazione”. Nessuna rabbia dunque nei confronti dei ragazzi ma Gobbo non ha intenzione di ritirare la querela: “I ragazzi devono capire che se non rispettano le regole e vogliono fare quello che vogliono devono essere pronti a pagarne anche le conseguenze - aggiunge - . Oltre a me, hanno aggredito anche la donna e poi le forze dell’ordine. Io mi permetto di offrire un’opzione a questi ragazzi ma non vuole dire che, anche in caso di scuse, non andrò avanti. La pena è pena. Io vorrei venisse trasformata con un lavoro socialmente e moralmente utile per esempio”.
“Da parte mia è stato un incontro doveroso con Luca Gobbo per scusarmi e confrontarmi raccontato quello che stiamo facendo in termini di prevenzione per i ragazzi - ha detto il sindaco Conte - Dispiace perché i protagonisti sono due ragazzini di 15 e 17 anni e con questo episodio hanno macchiato il disegno della loro vita, responsabilità nostra ora è quella di metterli nella condizione di poter riprendere in mano il disegno della loro vita con pennelli e colori e cancellare questa macchia”.
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