ALGHE E PIANTE NON COMMESTIBILI COME CARBURANTI
A Cà Tron si studierà la sostenibilità ambientale di particolari coltivazioni per esempio sul controllo di emissioni di anidride carbonica
| Laura Tuveri |
RONCADE – Pare che il prossimo futuro ci riservi delle novità nel campo delle bioenergie. Si sarebbero, infatti, trovati degli oli combustibili ricavati da piante non commestibili come alghe, da coltivare in grandi cilindri di vetro, oppure la Jatropha Curcas, arbusto che cresce facilmente anche in ambienti aridi e desertici.
E’ emerso stamani nel corso di un forum dal titolo "Innovazione in campo: sperimentazione e filiere agricole sostenibili", organizzato a Cà Tron, la tenuta della Fondazione Cassamarca a Roncade. Al convegno erano presenti il presidente di Cereal Docks Spa di Camisano Vicentino, Mauro Fanin, la cui azienda agricola realizza circa il 20% dei ricavi complessivi (330 milioni) attraverso la vendita di biocarburanti.
I progetti di ricerca sulle alghe e sulla Jatropha sono sostenuti dalla stessa Cereal Docks in collaborazione con le Università di Padova e di Firenze e con il Cnr. "Si tratta - ha detto Fanin - di biocarburanti di seconda generazione, cioé provenienti da coltivazioni inservibili ai fini alimentari.
Gli oli combustibili provenienti dalle coltivazioni di soia, grano duro o mais sono comunque realtà da potenziare in quanto permettono il mantenimento di aree agricole che, quando c'é di scarsità di domanda, rischierebbero di essere messe a riposo dalle norme comunitarie e quindi di diventare improduttive".
Fanin ha anche annunciato un impegno assunto da Cereal Docks nella tenuta agricola di Cà Tron per lo studio della sostenibilità ambientale di particolari coltivazioni - in termini, ad esempio, di controllo di emissioni di anidride carbonica, impiego di fitofarmaci e diffusione delle sostanza nell'ambiente attraverso le acque di dilavamento - in uno spazio di 20 ettari.
L'esperienza è iniziata pochi mesi fa e non contempla, ha sottolineato, lo studio di coltivazioni Ogm, ma, in tema di rapporto tra alimentazione umana e coltivazioni, l'osservazione dello svilupparsi del fenomeno delle micotossine, sostanze del tutto naturali ma veicoli di agenti cancerogeni.