Bambini stranieri? Cavoli loro! La cittadinanza non la meritano
Maggioranza e grillini bocciano la mozione del Pd
| Emanuela Da Ros |
CONEGLIANO – Quanta paura fanno i bambini “stranieri”? Cioè: non proprio quelli “stranieri”, piuttosto i bambini nati e cresciuti in Italia da genitori nati e cresciuti in paesi diversi dall’Italia. Quanta paura fanno? Ve lo dico io: fanno tanta, tantissima, paura. Pure a Conegliano.
I bambini, figli di immigrati, a Conegliano sono un po’ come il lupo nero. Rischiano di mandare in default il comune, di togliere risorse, di aumentare la disoccupazione, di mandare in rosso il bilancio, di corrompere la nostra lingua, che è la lingua di Dante, mica quella di Eminem o di Gandhi. I bambini “stranieri” (continuiamo a chiamarli così anche se sono nati qui, se hanno fatto l’asilo qui, se siedono sui banchi scrostati delle elementari insieme a una qualunque “Emanuela Da Ros”) fanno così paura e danno così fastidio che secondo il comune del prosit, del prosecco, dell’accoglienza turistica tra le verdi colline, è meglio che restino “stranieri”.
Oltre il cappello-sfuriata, passo ai lettori la notizia. Il Consiglio comunale di Conegliano ha detto no all’assegnazione della cittadinanza ai figli di immigrati. Il capogruppo del Pd, Paolo Giandon, aveva presentato una mozione (quella diffusa a livello nazionale) che invitava Conegliano ad assegnare la cittadinanza ai minori, a passare da quello che viene definito ius sanguinis allo ius soli. Giandon e la minoranza consiliare proponeva che, al compimento del quinto anno, i 600 bimbi residenti a Conegliano, ma con un cognome “strano”, potessero essere dichiarati in tutto e per tutto cittadini italiani. In subordine, Giandon aveva anche abbracciato la causa Unicef che proponeva di attribuire la cittadinanza onoraria ai figli di immigrati.
Il consiglio di Conegliano ha detto no. Non se ne parla proprio. Maggioranza e grillini (“Le loro opinioni sono sempre oblique”, ha commentato il segretario di circolo Alessandro Bortoluzzi) hanno votato contro. Tra gli interventi più accesi c’è stato quello di Marina Buffoni che ha sottolineato come “l’approvazione di una legge sulla cittadinanza appaia assolutamente inopportuna” e come “sia più che lecito contrastare quanti si pongono questo obiettivo.
“Troveremmo estremamente grave e potenzialmente pericolosa l’eventuale scelta del legislatore di modificare una prassi consolidata in moltissimi paesi europei, peraltro con minori problemi di immigrazione rispetto al nostro, cambiando il principio dallo ius saniguinis allo ius soli per quanto riguarda l’attribuzione della cittadinanza ai figli di cittadini stranieri.”, ha detto (e scritto sul suo blog) la Buffoni, convinta che gli stranieri mica hanno dimostrato di comportarsi tanto bene finora.
La consigliera ha precisato che la cittadinanza andrebbe assegnata solo quando vi fosse la prova di una effettiva integrazione, a cominciare dalla conoscenza della lingua. Il fatto è (chiedetelo ai prof) che spesso nelle scuole italiane le regole morfosintattiche le conoscono meglio gli “stranieri” che gli italiani…(Troppo) spesso sono i ragazzi italiani a non parlare o scrivere secondo la lingua di Dante, Manzoni e compagnia bella. Ma anche questo è un argomentare inutile di fronte alla paura. Del lupo nero, che magari ha sei anni, la pelle leggermente abbronzata, un sorriso disarmante, un accento proprio veneto, ma. Ma si chiama Choaib.
Emanuela Da Ros