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28 gennaio 2025

Oderzo Motta

Ben 79 progetti in gara per il Premio Architettura di Oderzo

La giuria d’eccezione presieduta da Paolo Baratta deciderà a breve la rosa dei selezionati

| Gianandrea Rorato |

| Gianandrea Rorato |

Ben 79 progetti in gara per il Premio Architettura di Oderzo

ODERZO - Il Premio Architettura Città di Oderzo, che promuove progetti di rigenerazione del patrimonio edilizio del Triveneto, si riconferma un appuntamento di prestigio a livello nazionale. Ben 79 degli 83 progetti pervenuti hanno già superato il vaglio della verifica tecnica risultando formalmente in gara. La giuria, composta da cinque illustri esponenti del mondo dell’architettura e presieduta dall’ex presidente della Biennale di Venezia Paolo Baratta, si riunirà a giorni per stilare la rosa dei selezionati, tra cui saranno successivamente individuati il vincitore del Premio e le tre menzioni speciali.

Protagoniste del Premio Architettura Città di Oderzo, giunto quest’anno alla 18° edizione, sono le opere realizzate nel territorio del Triveneto tra il 2018 e il 2022 purché volte al riuso di spazi edificati esistenti, luoghi degradati e vuoti urbani. L’iniziativa è promossa dal Comune di Oderzo, dalla Provincia di Treviso, dall’Ordine degli Architetti di Treviso, dalla Fondazione Oderzo Cultura e da Assindustria VenetoCentro. Un appuntamento architettonico a cadenza biennale che si riconferma di grande richiamo: sono infatti 79 i progetti in gara e risultati idonei degli 83 pervenuti entro lo scorso 5 settembre. Il Palaluxottica di Agordo dello Studio Botter + Studio Bressan, il trevigiano Museo Bailo Studiomas architetti e Heinz Tesar e il Parco didattico del Livelet di Revine Lago (con la firma di Fabio Nassuato, Paolo Piccin, Ilaria Golla, Federica Dan ed Enrico Conti) sono solo alcuni dei vincitori e dei segnalati delle passate edizioni, a testimonianza della grande qualità dei progetti partecipanti.

Nel 2022 il Premio, che vede la presidenza di Maria Scardellato, Sindaca di Oderzo, segna il suo 25esimo anno dalla fondazione, celebrato anche con la digitalizzazione del catalogo delle 17 edizioni passate dal 1997 e che sarà presto disponibile online nell’Archivio storico della Biennale di Venezia. Un’edizione questa all’insegna della semplificazione e dell’innovazione, optando per un’unica sezione di concorso che vedrà premiato un unico vincitore e conferite tre menzioni speciali a progettisti di altrettante architetture virtuose di Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia.

Nello specifico, la menzione speciale “Architettura dei luoghi del lavoro” quali sedi produttive, showroom, edifici dirigenziali e siti analoghi capaci di consolidare il rapporto tra architettura e impresa, è intitolata a Tiziana Prevedello Stefanel, architetta e imprenditrice di Oderzo prematuramente scomparsa nel 2018. La menzione “Architetture per la comunità” ha invece come protagoniste le opere di iniziativa pubblica esempio virtuoso di buone pratiche di intervento rigenerativo sul territorio è intitolata alla memoria di Francesca Susanna, architetta responsabile dell’Ufficio Beni Culturali della Provincia di Treviso mancata nel 2019. Infine, la terza menzione, novità assoluta per il Premio e indirizzata ai progettisti under 35, è dedicata al ricordo di Marco Gottardi e Gloria Trevisan, i due giovani architetti deceduti nel rogo della Grenfell Tower di Londra il 14 giugno 2017.

A selezionare i vincitori tra i 79 progetti in gara ci penserà la giuria di esperti presieduta da Paolo Baratta, presidente della Biennale di Venezia fino al 2020 e già ministro della Repubblica. Al suo fianco le architette Simona Malvezzi (co-fondatrice dello studio Kuehn Malvezzi) e Martina Salvaneschi (co-fondatrice dello studio Associates Architecture), inoltre gli architetti Stefano Gri (co-fondatore di GEZA Architettura) e Luigi Lucchetta (product manager per Désirée divani del gruppo Euromobil). Una giuria di grande prestigio dunque che anche quest’anno conferirà la vittoria a un meritevole progettista. Di seguito le biografie dei cinque giurati del Premio Architettura Città di Oderzo:

PAOLO BARATTA
È nato a Milano nel 1939. È laureato in Ingegneria al Politecnico di Milano e in Economia all’Università di Cambridge (UK) e ha ricoperto cariche in banche e società private e pubbliche. È stato ministro della Repubblica per le Privatizzazioni nel 1993, per il Commercio Estero nel 1993-1994 e per l’Industria ad interim nel 1994, infine per i Lavori Pubblici e per l’Ambiente nel 1995-1996. Per quattro mandati (1998-2001, 2008-2011, 2012-2015 e 2016-2020) è stato presidente della Biennale di Venezia.

SIMONA MALVEZZI
È laureata in Architettura al Politecnico di Milano e nel 2001 ha fondato lo studio Kuehn Malvezzi con Wilfried e Johannes Kuehn. Lo studio si occupa prevalentemente di spazi pubblici ed espositivi, come la Joseph Pschorr Haus di Monaco per la quale hanno ricevuto una menzione al premio Mies van der Rohe nel 2015. Nel 2012 sono stati invitati a partecipare alla 13esima Biennale di Architettura di Venezia nella mostra principale dal titolo “Common Ground”.

MARTINA SALVANESCHI
Classe 1989, è laureata in Architettura all’Università IUAV di Venezia e nel 2017 ha co-fondato lo studio bresciano Associates Architecture con Nicolò Galeazzi, realizzando progetti in Italia, Messico e Portogallo. Lo studio è stato inoltre invitato a partecipare alla 16esima e 17esima Biennale di Architettura di Venezia nei padiglioni italiani Arcipelago Italia e Comunità Resilienti.

STEFANO GRI
Si laurea in architettura all’Università IUAV di Venezia nel 1988 e nel 1999 fonda con Piero Zucchi lo studio GEZA Architettura. Dal 2002 ha svolto attività di Visiting Professor all’Università IUAV di Venezia e l’Università di Trieste/Gorizia in Italia, alla TUE di Eindhoven in Olanda, e all’Università di Ljubljana in Slovenia.

LUIGI LUCCHETTA
È nato a Pieve di Soligo nel 1969 e laureato all’Università IUAV di Venezia sotto l’egida di Aldo Rossi. Dal 2000 comincia l’esperienza lavorativa in Désirée divani - azienda che nel 1995 è entrata a far parte del Gruppo Euromobil, con Euromobil cucine e Zalf mobili - di cui è il product manager insieme ai titolari, tra cui il padre.

 

 


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Gianandrea Rorato

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