IL BENVENUTO DELLA COMUNITA' MUSULMANA AL VESCOVO
“Al vescovo ci rivolgeremo per discutere, confrontarci e chiedere consigli”. Lo ha detto il mediatore Ajouguim Abdellah
| Laura Tuveri |
Treviso - La comunità Musulmana residente a Treviso dà il suo caloroso benvenuto al nuovo vescovo della Diocesi, mons. Gianfranco Agostino Gardin, visto che rappresenta il punto di riferimento spirituale e dei grandi valori, valori di pace e amore, condivisi da Cristiani e Musulmani.
La fa sapere il mediatore culturale, Ajouguim Abdellah che dice che “Per la comunità musulmana di Treviso la figura del vescovo rappresenta un “Grande Fratello”, al quale rivolgersi per discutere, confrontarsi e chiedere consigli per affrontare le sfide dei nostri giorni.
La famiglia francescana alla quale appartiene il vescovo si riconosce e si distingue per il “pace e bene”; è ciò di cui sentiamo aver bisogno per superare l’odio fomentato, purtroppo, da alcuni esponenti politici e la diffidenza reciproca come frutto d’ignoranza e mancanza di dialogo”.
Abdellah ricorda il grande esempio di San Francesco che dice “ha fatto trionfare il bene attraverso l’ amore facendo precipitare le armi e i sostenitori dello scontro, e l’eco di quel memorabile gesto di un grande Santo, rispettato da Cristiani e Musulmani, ci accompagna in questo periodo nel quale viviamo tutti insieme la difficoltà economica e di sopravvivenza, periodo che ci chiede massima solidarietà e buona convivenza per creare una società ricca e un futuro sicuro alle prossime generazioni”.
Ieri nella sua omelia il vescovo ha ricordato anche gli stranieri che sono nella diocasi. Ha detto: “Sono con chi è venuto da lontano alla ricerca di una condizione di sussistenza dignitosa per la vostra vita e quella delle vostre famiglie”.
Il mediatore culturale nella sua lettera di benvenuto a mons. Gardin ha anche scritto: “Approfittiamo per chiedere in sollecitazione tutti rappresentanti, mediatori culturali, educatori religiosi di unire le forze e seguire la strada di una formazione accademica dove, all’aldilà della conoscenza seria della religione musulmana, avere un bagaglio di apprendimento culturale e storico nazionale che risponde alle esigenze della comunità musulmana residente in Italia e che offre alle prossime generazione un modello di musulmano-italiano, rispettando le leggi e le tradizioni locali”.