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29 novembre 2024

Treviso

"Il 13enne suicida, il buio nel cuore, l'importanza di sperare"

L'augurio di Pasqua di Mons. Gardin. Che, come papa Francesco, invita a "non lasciarsi rubare la speranza"

| Stefania De Bastiani |

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| Stefania De Bastiani |

TREVISO - E' Pasqua, e il vescovo di Treviso mons. Gianfranco Agostino Gardin rivolge un augurio a tutti, a chi crede e a chi non si sente a proprio agio nella Chiesa, con l'invito a “non lasciarsi rubare la speranza”, come ha detto papa Francesco nei giorni scorsi.

 

Nelle parole del Vescovo anche un commosso ricordo del ragazzo di Vedelago che si è tolto la vita “Fra qualche giorno ci sarà dato di rivivere uno dei riti liturgici più suggestivi. All’inizio della veglia pasquale percorreremo le nostre chiese a luci spente, guidati, almeno nel primo tratto, solo dalla fioca luce del cero pasquale, che simboleggia Cristo. Poi da quella fiammella attingeremo luce per le nostre candele, anch’esse piccoli lumi che a stento ci faranno scorgere il cammino” scrive il Vescovo di Treviso.

 

“Il buio, o almeno la penombra, esprime bene la condizione in cui sovente la vita ci pone – aggiunge mons. Gardin -. Un esempio concreto per tutti, un tragico fatto di cronaca di questi giorni accaduto in uno dei nostri paesi: un tredicenne si toglie la vita, forse a causa della morte del padre strappatogli da un incidente, peso eccessivo da portare per le sue fragili forze interiori. Possiamo immaginare quanto buio dentro il cuore di questo nostro piccolo amico; e quanto buio per i familiari, sui quali si abbatte questo macigno di sofferenza” ricorda il Vescovo parlando anche di tante “oscurità quotidiane” legate alla malattia, alla solitudine, alla difficile contingenza economica che non allenta la sua morsa, a “ferite che imprevedibili vicende dell’esistenza lasciano spesso sulla carne di tante persone”.

 

L’alba pasquale si alza su questa umanità sofferente, ricorda il Vescovo. “Il mio augurio, a voi fratelli e sorelle che credete in Cristo, è di perseverare nel cammino verso la pienezza della luce, anche se il suo il chiarore non è ancora solare e le traversie della vita sembrano rendere opaca la sua aurora. Vi auguro di gustare maggiormente, inquesta Pasqua, la gioia di credere, sperare, amare; e vi invito – come ci ha esortato papa Francesco – a “non lasciarvi rubare la speranza”, quella che proviene dalla sua risurrezione. A chi non si sente a proprio agio nella chiesa, auguro di gustare il sapore di un’esistenza non consumata totalmente, e tristemente, solo per sé. Pasqua infatti ci racconta una vita, quella di Cristo, donata ”.

 



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Stefania De Bastiani

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