"La Biblioteca di Ceneda non verrà intaccata"
Stando alla delibera "le aule studio verranno trasferite". Ma il Pd rilancia: "Chi vuole può continuare a studiare lì"
A sinistra l'attuale biblioteca di Ceneda, a destra lo stabile dove dovrebbe essere trasferita
VITTORIO VENETO - Pare che se ne sia discusso per niente. Che il consiglio comunale si sia diviso sul nulla. Che inutilmente siano state raccolte 500 firme. Sul possibile trasferimento della biblioteca di Ceneda in centro città il Pd di Vittorio Veneto fa chiarezza: avevamo capito male. Nessuno ha intenzione di toccare la storica biblioteca che, come riferisce il segretario del Pd Ludovico Dominii “non verrà intaccata e chi vorrà continuare a studiare lì sarà più che libero di farlo”.
Possono esultare, quindi, gli utenti della biblioteca cenedese che, spaventati per il possibile trasferimento del loro luogo di studio e incontro dall’attuale sede allo stabile dismesso dell’ex scuola Cosmo, avevano avviato una raccolta firme e scritto una lettera al sindaco Roberto Tonon, in cui chiedevano al primo cittadino di rivedere la “sua” proposta. “E’ sempre stato per noi un piacere recarci in biblioteca - avevano scritto i ragazzi - che è diventata anche un luogo di incontro “protetto” dallo spazio verde che la circonda. Privare Ceneda della biblioteca significa impoverire un centro storico che negli anni ha perso servizi importanti e la centralità che gli sarebbe dovuta”.
I firmatari della lettera, però, pare abbiano messo le mani (troppo) avanti poiché questo trasferimento, a detta del Pd, non era mai stato annunciato. “Bisogna prima di tutto chiarire - precisa Domini all’indomani della riunione del partito - che non c’è ancora un progetto né i soldi per finanziarlo, inutile quindi alzare i toni e cercare di intestarsi delle battaglie contro un progetto che non c’è. L’ unica cosa reale e tangibile è la costante ricerca di finanziamenti per promuovere un servizio che è riduttivo dire essere bibliotecario. Di bibliotecario ha senz’altro lo spirito aperto, accogliente, e gratuito, e in questa direzione va lo studio di fattibilità che cerca di capire l’opportunità di recuperare una struttura centrale esistente (l’ex Cosmo, ndr), trasformandola in un centro servizi moderno”.
Insomma, quella che dovrebbe prendere casa in centro non è l’attuale biblioteca ma un suo rafforzamento. Uno spazio che servirà tutti i quartieri e il campus scolastico e non prenderà il posto dell’attuale biblioteca, che invece continuerà a essere frequentata dalle centinaia di utenti che amano il luogo, l’atmosfera, il contorno di Ceneda e del Papadopoli.
Il Pd dice che ci eravamo sbagliati, ma di certo la delibera pubblicata in merito lo scorso 17 dicembre non ci ha spinto sulla giusta strada. “L’edificio di Ceneda - si legge nella delibera di giunta - per la sua collocazione strategica nelle vicinanze di altre sedi culturali (Archivio diocesano, Biblioteca del Seminario Vescovile) si presta a diventare un centro archivistico complesso dove anche il Centro studi sulla Grande Guerra e in generale sui Conflitti e sulla Pace potrebbe trovare una adeguata e consona collocazione”. “La trasformazione della biblioteca civica in Centro Culturale Papadopoli comporta, necessariamente, il trasferimento della parte contemporanea della biblioteca e delle sale studio in altra sede”, si legge inoltre. Mentre riguardo la nuova Polis teca (che dovrebbe sorgere in centro), la delibera spiega che “dovrebbe contenere la parte di biblioteca destinata allo studio e alla raccolta libraria, adeguata anche alle più moderne metodologie di ricerca, soprattutto legate al web”.
Insomma, secondo il Pd “la biblioteca attuale non verrà intaccata e lì si potrà continuare a studiare” mentre stando alla delibera di giunta “la parte contemporanea della biblioteca e le aule studio saranno necessariamente trasferite in altra sede”. E trasferite non significa ampliare, ma spostare. Da un luogo a un altro.
Da Ceneda al centro. E anche su questo punto gli utenti della biblioteca avevano avuto da ridire: non sarebbe più logico - avevano chiesto al sindaco - investire quei 4 milioni di euro su Villa Papadopoli, palazzo di grande valore architettonico, artistico, paesaggistico piuttosto che su un fatiscente stabile anni ’60?
Secondo il Pd, no: “Il voto all’unanimità di ieri sera sull’opportunità che uno spazio come quello delineato sia in centro città, al servizio di tutti i suoi quartieri e soprattutto di quel campus scolastico dove è importante la presenza di ragazzi provenienti da tutta l’area del vittoriese, ha sancito quanto già da tempo era emerso: una posizione centrale è la più logica per dare la maggiore fruibilità possibile ai servizi che questa nuova realtà potrà offrire”.
“Voto all’unanimità” si fa per dire: se metà circolo democratico era assente alla riunione, alcuni presenti al momento del voto sono usciti dalla stanza. Chi è rimasto, ha detto sì: il denaro va investito sullo stabile anni ’60 dell’ex scuola Cosmo e non su villa Papadopoli. Ma i vittoriesi pare non debbano temere per il quartiere di Ceneda: “Grazie al potenziamento della progettualità legata al Museo della Battaglia e all’interazione di questo con la Biblioteca, Ceneda - assicura il Pd - diventerà il cuore culturale della Vittorio Veneto di domani”.