BIOMASSE A BORSO, NO DI PROVINCIA E COMUNE
Decisione trasversale che verrà votata nel prossimo consiglio provinciale. Un’ordinanza della Provincia aveva sospeso i lavori proposti da quattro ditte
| Laura Tuveri |
BORSO DEL GRAPPA – Non verrà aperto nessun impianto a biomassa a Borso del Grappa: il no unanime giunge anche dal consiglio provinciale.
La II° commissione consiliare urbanistica invita la giunta Muraro a continuare sulla linea finora condotta, “invitando l’amministrazione a resistere nei modi ritenuti opportuni contro eventuali ricorsi”. Continua dunque, la battaglia dell’Ente che a sede a Sant’Artemio, con l’amministrazione comunale di Borso del Grappa.
Si tratta di una decisione trasversale che verrà votato durante il prossimo consiglio provinciale e che fa seguito all’ordinanza della Provincia di metà luglio che sospendeva i lavori proposti da quattro ditte, con rispettive dichiarazioni di inizio attività, in Comune di Borso del Grappa. Si tratta di impianti di generazione di energia elettrica alimentate con oli vegetali.
Già in precedenza il Comune di Borso aveva emanato un’analoga ordinanza che però è stata rigettata da parte del Tar, Tribunale amministrativo regionale, del Veneto. Il presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro, ha raccolto con sollecitudine l’appello del sindaco di Borso, Igino Fabbian, non avendo quest’ultimo le competenze necessarie per far bloccare i lavori.
Le ragioni della sospensione sono da ricercarsi nel contrasto con le norme tecniche di attuazione del Ptcp, Piano territoriale di coordinamento provinciale. In particolare gli interventi oggetto del provvedimento di sospensione dei lavori ricadono in area identificata dalla tavola 3.1, Carta delle reti ecologiche del Ptcp come “corridoio ecologico principale”. Tale area è, infatti, disciplinata dall’art. 39 delle torme tecniche allegate al suddetto Piano.
Il comma 3 dell’art. 39 opera l’individuazione analitica degli interventi ammessi in questa area fra cui è del tutto evidente che uno o più impianti di cogenerazione di energia elettrica non rientrano in nessuna delle categorie di interventi individuate dettagliatamente da tale disposizione.
Risulta inoltre che gli impianti in questione non sono finalizzati a uso agricolo e soprattutto non sono stati oggetto di un programma aziendale approvato e giudicato compatibile dalla valutazione di incidenza prevista dallo stesso art. 39 per tutti gli interventi ammessi nelle aree individuate come corridoio ecologico.