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03 dicembre 2024

Castelfranco

Borgo Pieve: le proposte della minoranza al posto della bretella della discordia

Commissione rovente sul tema della bretella di Borgo Pieve. Castelfranco merita presenta alcune possibili alternative.

| Leonardo Sernagiotto |

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Borgo Pieve: le proposte della minoranza al posto della bretella della discordia

CASTELFRANCO - Mentre aumenta il dissenso verso la contestata bretella che dovrebbe collegare via Matteotti e Borgo Treviso passando all’interno del parco dell’asilo Umberto I, con tanto di raccolta firme che ha superato quota 2.000, il clima della Commissione congiunta Lavori Pubblici e Urbanistica di ieri non è stato dei più idilliaci.

Tuttavia, nonostante le schermaglie iniziali, il dibattito si è presto spostato su temi più tecnici e più legati al tema viario. L’assessore Roberto Filippetto, che più volte ha ribadito come l’idea della bretella sia al momento una semplice ipotesi e che non c’è ancora niente di progettuale, ha ricostruito le tappe della questione, nata dall’analisi urbanistica affidata nel 2017 allo Studio CZ. Tra i vari aspetti, emergeva la necessità di tracciare una nuova viabilità est-ovest dei mezzi pubblici, anche per procedere con la semi-pedonalizzazione di piazza Giorgione. E qui, nel masterplan sviluppato dallo Studio CZ, ha preso forma la bretella della discordia.

A dichiarare la propria contrarietà a tutto il progetto in generale è l’architetto Alessandro Boldo (Democratici per Castelfranco), che ha poi proposto alcune possibili alternative. «L’intero progetto urbano è un incubo: di studio urbanistico c’è molto poco, mentre ci sono bellissime suggestioni che però non sono collocabili a Castelfranco». Riguardo nello specifico Borgo Pieve, Boldo aggiunge: «Una strada non deve passare per un asilo, così come non si può portare traffico pesante in un borgo storico. Ne sarebbe compromessa l’identità urbana».

Ricordando come oggigiorno lo strumento principe per la progettazione viaria sia il Piano urbano della mobilità sostenibile, Boldo ha presentato le alternative proposte dal suo gruppo. In primis, scartare l’idea di trasferire il terminal bus vicino alla stazione ferroviaria (progetto ormai non più al passo con i tempi), creando invece diversi parcheggi scambiatori lungo le vie di accesso alla città, dove gli studenti possono scendere dagli autobus ed essere trasportati con mezzi pubblici più agili e dinamici. Si manterrebbe così la stazione in via Podgora, indispensabile per servire i nuovi impianti sportivi.

La seconda ipotesi è far sì che gli autobus allunghino il tragitto attraverso il cavalcaferrovia, riscendano in borgo Padova e, percorrendo via De Amicis, risalgano attraverso via Forche e da lì raggiungano il terminal bus. Terza opzione, rinforzare il ponte di Ca’ Duodo (angolo sud-est del Castello, di fronte al negozio De Santi): secondo Boldo, i 700mila euro destinati alla bretella sarebbero meglio investiti nell’adeguare la portata del ponte nel sostenere il peso degli autobus, che attualmente non possono transitarci sopra.

Infine, come ‘extrema ratio’, pensare all’esproprio dei giardini delle abitazioni lungo la ferrovia, dato che dopo il diniego di Ferrovie dello Stato non è più possibile sfruttare il primo binario. «Sono tutte opzioni assolutamente perseguibili, che, ad eccezione della prima, possono essere già messe in pratica» ha concluso Boldo. Raccolte le proposte, l’assessore Filippetto ha comunicato che è necessario ora sedersi ad un tavolo tecnico e risolvere insieme il nodo viario, per uno sviluppo sostenibile della città.

 



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