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19 aprile 2024

Treviso

"CANOVA" PRONTO AL RADDOPPIO, SAVE HA IN TASCA UN PIANO DA 131 MILIONI

Obiettivo 4,3 milioni di passeggeri

| Mauro Favaro |

| Mauro Favaro |

TREVISO – Ampliamento del terminal, nuova torre di controllo, altri parcheggi, tanto per gli aerei che per le auto, e un accesso diretto dalla tangenziale. L’unica cosa rimasta fuori dai progetti, almeno per il momento, è la connessione con la ferrovia. Per il resto, però, il master plan da 131 milioni che disegna il futuro dell’aeroporto, presentato in Provincia dai vertici di Save, non si fa mancare nulla.

L’obiettivo, comunque, è solo uno: raddoppiare entro il 2051 il numero di passeggeri, portandoli da 2 a 4,3 milioni, che ogni anno passano per il “Canova”. “Speriamo di sforare quanto prima, e di parecchio, il limite dei voli dello scalo (oggi 16.300 annui, ndr) – annuncia il presidente della società, Enrico Marchi – aprendo a breve anche al decollo degli aerei verso Treviso”.

I passi sono già segnati. Dopo l’approvazione del piano da parte di Enac e del ministero dell’Ambiente, stavolta con valutazione di impatto ambientale inevitabile, e la sua trasformazione in strumento urbanistico attuativo, Save punta a impegnare già prima del 2016 ben 76 milioni per costruire la nuova caserma dei vigili del fuoco e la nuova torre di controllo. Il tutto acquisendo nuove aree per espandersi lungo l'attuale confine con Sant’Angelo.

Tra il 2016 e il 2020, invece, la società amplierà il terminal, parallelamente alla Noalese, e aumenterà il numero di piazzole per gli aeromobili in sosta. Allo stesso tempo verranno acquisito altro spazio, nella zona attorno all’aeroclub, e allargati i parcheggi, come accadrà per quelli oltre la strada.

Tra il 2020 e il 2030, infine, ci sarà un ulteriore ampliamento del terminal in direzione dei posti auto, e la costruzione di altri posteggi per i velivoli. “Il traffico aereo aumenterà mediamente ogni anno del 3,4 per cento – fa il punto l’amministratore delegato di Save, Paolo Simioni – sino ad arrivare a regime a 4,3 milioni di passeggeri all’anno”.

In più dovrebbero saltar fuori 9 milioni che verranno spesi per opere di mitigazione ambientale, soprattutto in barriere per contenere il rombo delle turbine. “Stiamo lavorando anche per avere un accesso diretto dalla tangenziale – conclude Marchi – il piano, comunque, sarà chiuso in modo definitivo nel giro di un paio di mesi”. Poi dovrà passare gli esami a Roma.

Quando si parla di "Canova", però, le polemiche non mancano. E la presentazione del master plan non ha rappresentato un'eccezione. “Si all’aeroporto di Treviso nel rispetto della legge”, recitavano i cartelloni sventolati mercoledì al Sant’Artemio, sotto il naso di Marchi, da un centinaio di rappresentanti del Comitato contro l’ampliamento dello scalo.

Già dall’inizio la platea ha accompagnato l'illustrazione del piano con risa nervose e applausi ironici. Ma la contestazione vera e propria è scoppiata alla fine: “Via, Via”, ha scandito più volte il pubblico riferendosi alla mancanza di una valutazione di impatto ambientale. Marchi, però, ha lasciato la sala facendo spallucce. “Mi spiace – ha risposto secco – ma l’aeroporto c’era prima delle case”.

Ci avete sempre raccontato bugie, con voi servono solo i tribunali – ha tuonato Dante Faraoni, presidente del Comitato – sforare il limite dei voli? Lo state già facendo impunemente da anni”. “Si vuole fare come il “Catullo” – ha continuato – ma in un’area che è un terzo di quella dello scalo veronese”.

E pure stavolta l’Anpi non ha fatto mancare il proprio appoggio. “Hanno presentato un cancro che si allarga sempre più – ha sentenziato Umberto Lorenzoni – combatteremo sino alla fine l’arroganza dei poteri finanziari”.

 

Lettera di protesta di Luigi Amendola

 


| modificato il:

Mauro Favaro

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