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29 marzo 2024

Treviso

CAOS POSTE A PAESE: CITTADINI SENZA CORRISPONDENZA PER 20 GIORNI

In più ridotta l'apertura degli uffici di Padernello e Porcellengo

| Mauro Favaro |

| Mauro Favaro |

CAOS POSTE A PAESE: CITTADINI SENZA CORRISPONDENZA PER 20 GIORNI

PAESE – Le Poste di Paese finiscono nella bufera. A portarcele sono le proteste dei cittadini a cui a novembre non è stata consegnata la corrispondenza. Il disservizio è iniziato con la chiusura dell’ufficio di via della Resistenza, dall’8 al 28 novembre, per lavori di manutenzione. In quel periodo l’attività è stata trasferita in blocco nell’ufficio di Castagnole. Finita la sistemazione della struttura di Paese, però, le serrande sono state rialzate senza che nessuno consegnasse le lettere non ritirate dai cittadini e rimaste ferme sugli scaffali di Castagnole.

“In seguito alla chiusura dell’ufficio di Paese, ora riaperto, tutta la posta che non era stata recapitata non è stata comunque recuperata e, quindi, si deve ancora andare a Castagnole a ritirarla – denuncia l’ex sindaco, Valerio Mardegan – tra l’altro non so se la gente lo sa e, in ogni caso, ritengo la cosa illegittima: per 20 giorni non è stata recapitata la posta e adesso bisogna andare a prendersela? Non sta né in cielo né in terra”.

“Avrebbero dovuto mettere un bigliettino nelle cassette della posta – rincara la dose il presidente del consiglio comunale, Vigilio Pavan – questo non è più un servizio: tanto vale che iniziamo a mandarci solo mail, facciamo prima”.

Sistemare le cose, però, non sarà facile. Anche perché questo non è l’unico problema che riguarda gli uffici postali di Paese. “L’ufficio di Porcellengo da anni viene chiuso d’estate nei giorni di martedì, giovedì e sabato. Ma la riduzione dei giorni di apertura è tutt’oggi in vigore – sottolinea Stefania Visentin, capogruppo di “Con voi al centro” – a Padernello sta succedendo lo stesso e qui c’è pure una petizione che conta già una settantina di firme”.

Possibile fare qualcosa? “La direttrice di Paese mi aveva addirittura prospettato la chiusura totale del servizio – ammette il sindaco, Francesco Pietrobon – ho chiesto un incontro al dirigente provinciale perché tagliare così i nostri servizi sarebbe inaccettabile”. “Dobbiamo capire se i cittadini possono fare altre azioni per raggiungere l’obiettivo – conclude Visentin – raccogliere firme o magari anche chiudere il proprio conto corrente”. Insomma, la protesta monta.

 


| modificato il:

Mauro Favaro

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