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05 ottobre 2024

Treviso

Carenza personale: "A rischio il servizio trasfusionale e l’assistenza materno-infantile dell’Ulss2"

A lanciare l'allarme è il sindaco trevigiano Fp Cgil: “A mancare non sono soltanto infermieri (-18), ma anche ostetriche (-18) e tecnici di laboratorio”

| Isabella Loschi |

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 Carenza personale:

TREVISO - "Una situazione di forte carenza del personale in Ulss2". A denunciarlo è la FP Cgil Treviso che analizza la situazione: “Diversi reparti soffrono carenza di personale – spiega Sara Tommasin di FP Cgil Treviso – pensiamo innanzitutto alla figura dei tecnici di laboratorio: al Servizio di Medicina Trasfusionale, solo nel presidio di Treviso mancano almeno 6 tecnici mentre a Castelfranco, in pochi anni, si è passati da 14 a 5. Una fuga importante del personale in questi ultimi anni, che pesa sui pochi rimasti, costretti a correre tra i presidi per coprire i turni. Non va meglio nei restanti laboratori dell’azienda, dove mancano altri 12 tecnici. Tutto ciò a fronte dell'arrivo previsto di sole 4 figure".

Non meno problematica la carenza, ormai cronica, di ostetriche: "Attualmente siamo a -18 solo a Treviso, tanto è vero che sta slittando il trasferimento nella nuova Cittadella di tutto il dipartimento materno infantile. E anche la carenza di OSS segna un -18. Stiamo parlando di figure che si trovano ancora sul mercato ma, mentre nel caso dei tecnici ci sono le autorizzazioni ma la graduatoria è finita, per le ostetriche da tempo non ci sono richieste extra turnover, cioè oltre i pensionamenti. Quindi è il solito teatrino: se ci sono posti autorizzati, non c'è il concorso, se c'è il concorso, non ci sono le autorizzazioni e quando per miracolo ci sono concorso e autorizzazioni, ecco che si sfora il tetto di spesa".

"Ancora una volta manca un servizio sanitario regionale pubblico che sappia rispondere alle richieste di salute dei cittadini. Quello che chiediamo come FP Cgil Treviso è che la Regione faccia la sua parte – chiude la Tommasin – da una parte spingendo Azienda Zero a fare concorsi in tempi celeri, dall'altro a farsi portavoce alla Conferenza Stato-Regioni per togliere i tetti di spesa, cercando di utilizzare politiche incentivanti per i propri operatori che sempre più spesso decidono di andarsene, sia in ambito di benessere organizzativo che di risorse economiche, visto che la nostra Regione è ancora una delle poche in Italia che da 10 anni non eroga le RAR (risorse aggiuntive regionali) ai lavoratori della sanità. In caso contrario il mancato arrivo di personale sarà l’ulteriore scusa per privatizzare interi servizi”.


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