Ospedale di Treviso: "104 figure professionali non sostituite"
Protesta della Cgil Fp davanti al Cà Foncello: "Condizioni di lavoro pressanti, disorganizzazione, svalorizzazione e retribuzione basse" le problematiche emerse
| Isabella Loschi |
TREVISO - La campagna nazionale “Sanitari, curiamoci di noi. Un viaggio attraverso la Sanità che siamo per costruire la Sanità che vogliamo” promossa dalla Cgil ha fatto tappa anche a Treviso con Simona Ricci della Fp Cgil Nazionale e Sonia Todesco della segreteria regionale della Fp Cgil Veneto. Una campagna di ascolto del territorio e un percorso, articolato su tutto il territorio nazionale, a difesa dei diritti di lavoratrici e lavoratori della Sanità e per sollecitare investimenti su professionalità e prospettive di un comparto fondamentale per cittadini, territorio e Paese.
Alla presenza di Simona Ricci, Sonia Todesco e Marta Casarin della Fp Cgil di Treviso si è svolta un’assemblea dei lavoratori e delle lavoratrici dell’ospedale e dei servizi territoriali in ospedale a Montebelluna e poi all’ospedale Cà Foncello di Treviso dove è stata presentata la situazione dei reparti, in particolare quelli più critici, dentro le croniche carenze degli organici e relativamente alla gestione dei turni e delle ferie.
Condizioni di lavoro pressanti, disorganizzazione, carenza di personale, svalorizzazione e retribuzione basse, le problematiche emerse. “Il grande tema sono le condizioni di lavoro, la mancata valorizzazione professionale. Ci sono condizioni di lavoro dovute a carenza d'organico, a disorganizzazione appunto, anche a mancato ascolto delle competenze che i professionisti riescano ad esprimere che ormai determinano un livello di stanchezza, di criticità davvero insopportabile. Anche qui a Treviso dai blocchi operatori al pronto soccorso, alla medicina, alla geriatria il leit motive è questo, loro così non riescono più a lavorare”, le parole di Simona Ricci della Fp Cgil nazionale.
“Oggi abbiamo 2mila infermieri, meno dell'Emilia Romagna che ha gli stessi nostri stessi abitanti - aggiunge Todesco - significa che le politiche di investimento sul personale di questa regione non ci sono mai state”. “Il dato trevigiano, certificato dall'Ulss 2, ci dice che abbiamo meno 140 figure professionali non sostituite tra maternità, leggi 104 e assenze lunghe - sottolinea Marta Casarin della Fp Cgil Treviso- .Dall’altra parte abbiamo un aumento esponenziale delle richieste di part-time. Noi abbiamo avuto più del 50% di richieste di part-time a Treviso e le richieste di part-time sono fatte per situazioni di patologie, quindi significa che abbiamo un personale che invecchia, si ammala e ha la necessità di andare in part-time”.
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