Caso burkini, Alfano: "No al divieto, sarebbe una provocazione"
| Isabella Loschi |
"Io sostengo una cosa di buon senso, la mia bussola è il buon senso con il pragmatismo. Noi dobbiamo essere duri e severi" con chi infrange le regole e con gli estremismi "ma non provocatori". Ciò significa "perquisizioni, arresti, indagini e anche espulsioni: noi abbiamo espulso 109 persone di cui 9 imam. Questo vuol dire essere severi entro il perimetro della legge. Altre questioni", come il divieto del burkini, "se realizzate come puro atto ideologico" possono diventare "provocazioni in grado di attirare reazioni violente: questo è limite che io pongo". Così il ministro dell'Interno Angelino Alfano ai microfoni di Radio Rtl 102.5.
"Avete incontrato su vostre spiagge decine o centinaia di donne in burkini? - chiede poi il responsabile del Viminale -. Qui non si tratta di esprimere un giudizio su quel che c'è dietro: quando non c'è violazione di legge, né dilagazione del fenomeno". Quanto alla posizione espressa dal primo ministro francese Manuel Valls, "io ho grande rispetto per la Francia e per le lacrime che purtroppo sono state versate, ma l'Italia è l'Italia, finora un Paese sicuro". E questo, "in un contesto in cui il rischio zero non esiste, "è dovuto da un lato al lavoro di prevenzione; dall'altro a una comunità che non ha mai dato luogo a comportamenti" da interpretare come "crisi di rigetto". Il ministro ha poi ricordato che "la nostra Costituzione riconosce la libertà di culto". L'atteggiamento assunto finora, ribadisce Alfano, "ha fatto sì che fin qui l'Italia fosse un Paese sicuro: vorrei che tutti continuassimo su questa strada".
"Puri atti ideologici possono determinare l'effetto provocatorio di dire 'noi siamo isolati in una comunità in cui vogliamo esprimere la nostra cultura, la nostra religione ma senza violare la legge'", insiste Alfano, invitando a usare il "buon senso". "Io non prego Allah - sottolinea poi - ma sono stato educato con una cultura che prevede la libertà di culto".