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29 marzo 2024

Castelfranco

CASO TASSITANI: «INDIGNAMOCI»

Appello dell’ex sindaco di Castelfranco Maria Gomierato dopo la riduzione delle pena a Michele Fusaro

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CASO TASSITANI: «INDIGNAMOCI»

CASTELFRANCO L’ex sindaco di Castelfranco Maria Gomierato (in foto), vicina alla famiglia Tassitani nel periodo del sequestro e tra i promotori della petizione per modificare la legge sul rito abbreviato in una nota manifesta tutta la sua indignazione per la riduzione di pena a Michele Fusaro.

«Iole Tassitani – scrive - : una cittadina di Castelfranco Veneto assassinata barbaramente e una Città che non può dimenticare, un dolore immenso, una ferita che non si rimargina e che sentenze come quella che restituisce a un feroce assassino come Michele Fusaro la speranza di uscire di prigione fra qualche anno, non fanno che rinnovare. E il lutto continua. Insieme alla convinzione che delitti così atroci non possono godere di sconti per nessuna ragione».

In tanti avevano deciso di firmare per cambiare la legge sul rito abbreviato, sensibilizzando probabilmente anche la Corte d’Appello di Venezia, che aveva deciso per l’ergastolo. «Le migliaia di firme raccolte – scrive ancora - e la mobilitazione che aveva portato poi al ricorso contro la condanna a 30 anni in primo grado, avevano ridato speranza in una giustizia giusta, la sentenza che aveva cambiato i 30 anni in ergastolo aveva ridato fiducia anche ai più scettici ma ora questo ritorno alla prima sentenza sulla base di conteggi solo “burocratici” fa scoraggiare chi ancora crede che contro la violenza, in particolare contro le donne, sia possibile combattere e vincere. Perché, dopo Iole, l’elenco non si è fermato: si sono aggiunte le Yara, le Sara, le Melania… Credo che mai come in questo momento si avverta da parte delle famiglie e delle nostre comunità la necessità di sentirsi tutelati da un sistema giustizia che deve garantire prima di tutto chi rispetta la legge, chi viene offeso, violato, ferito, non chi offende, vìola o ferisce. Abbiamo un diritto assoluto di vedere crescere le nostre figlie, le nostre nipoti… in un contesto sicuro, dove chi rientra a casa sola di sera non si debba sentire in pericolo».

Tante donne subiscono violenza, qualcosa si può fare. «C’è un’Associazione – afferma Maria Gomierato -, “Il coraggio di essere donna”, che si sta impegnando per creare opinione, per sensibilizzare verso il tema grave della violenza che continua ad emergere con brutalità nel nostro quotidiano. Per non creare assuefazione, perché il male non diventi “banale” ma sia oggetto di ribellione profonda in tutta la società civile, perché le donne non temano di denunciare la violenza di cui sono vittime e perché i violenti e gli assassini sappiano che pari al delitto sarà la pena. In un recente Convegno che si è tenuto a Castelfranco su queste tematiche, si era parlato anche di Iole e si auspicava proprio di vedere confermato l’ergastolo. Non è stato così. Un motivo di più per rinnovare l’impegno in questa battaglia di civiltà, per una giustizia vera e giusta, di fronte a delitti così tremendi.

L’Associazione stessa potrà farsi portavoce di questa istanza di civiltà e tornare a coinvolgere le Istituzioni che già si sono dimostrate sensibili al problema. Indignamoci! Facciamolo in tanti! Facciamo sentire la voce di chi rispetta le regole e chiede condanne esemplari per chiunque le trasgredisca. Facciamolo per i nostri giovani e le nostre giovani, perché in futuro nessuno debba più vivere drammi come quelli di Iole, di Yara, di Sara, di Melania e il dolore immenso delle loro famiglie e delle loro comunità. Un dolore ancora più grande quando non si può dire: “giustizia è fatta”!».

 


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