In Cassazione la vicenda della zia killer
Si celebra oggi il terzo grado di giudizio per l'omicidio di Antonello Beningo Gallina avvenuto a Motta nel 2009
MOTTA DI LIVENZA – Stamattina in cassazione a Roma ultimo atto della vicenda giudiziaria di Angela Gallina, la pordenonese che il 29 novembre 2009 uccise con un arma da fuco il nipote Antonello Benigno Gallina nella sua abitazione di via Pertini (nella foto) a Motta.
Il collegio difensivo punterà sulle eventuali contraddizioni della motivazione della sentenza della Corte d’Appello.
Per la precisione i legali punteranno sulla perizia psichiatrica sull’imputata, cercando di far cadere l’accusa di premeditazione e cercando di provare la seminfermità mentale della donna al momento dell’omicidio.
Secondo il collegio difensivo la donna sarebbe stata sottoposta a una sorta di stress psicologico nei confronti del fratello, morto clochard a Novara. Sensi di colpa trasferiti al figlio di quest’ultimo, che da anni avrebbe approfittato a livello economico della zia, mandandola sul lastrico.
L’acquisto della pistola da parte della 67enne, oggi ai domiciliari a Brugnera, per l’accusa sarebbe la conferma della premeditazione; per la difesa sarebbe invece il segno dell’esasperazione a cui era arrivata. La donna era stata condannata a 17 anni in primo grado, poi ridotti a 14 dall’appello.