Ceneda e Scomigo litigano da 900 anni
In un documento di 4 metri la contesa sulla campagna di Veglia
| Andrea De Polo |
CONEGLIANO – Dentro quella pergamena lunga 4 metri, impolverata da 900 anni di storia, c’è il racconto del primo litigio fra i cittadini di Ceneda e Scomigo, che all’epoca (dodicesimo secolo) si contendevano a colpi di atti notarili la campagna di Veglia, prezioso pascolo per il bestiame degli insediamenti locali. Oggi sappiamo come andò a finire (in fondo quello è territorio di Vittorio Veneto, e quindi la spuntò Ceneda), ma la storia della lite continua in altre pergamene tra le oltre 3 mila conservate all’ultimo piano del municipio di Piazza Cima. In un archivio storico (dimenticato, finora) su cui finalmente, dopo le sollecitazioni del mondo della cultura, il Comune di Conegliano ha deciso di investire.
Il sindaco Floriano Zambon ha così annunciato che l’amministrazione devolverà ogni anno 10 mila euro al restauro dei preziosi documenti storici conservati nell’archivio: «Si tratta di importanti atti notarili che raccontano la storia della nostra città, e che finora non sono stati valorizzati come meritano. Speriamo di poterli raccoglierli in una mostra temporanea, e di poter dare loro una sistemazione più consona in futuro, quando archivio e biblioteca comunale dovrebbero essere spostati all’ex Caserma Marras».
La sede attuale, pressoché inaccessibile al pubblico, non è delle migliori, come testimonia il racconto dei professionisti del Centro Studi e Restauro Gorizia dopo l’intervento a Conegliano: «Le pergamene erano in condizioni critiche, arrotolate, disidratate e sporche, con piccoli tagli dovuti anche ai morsi dei roditori» hanno spiegato Adriano Macchitella, Caterina Longo e Loredana Soranzio, i restauratori. Ora sono custodite in contenitori creati appositamente per loro, e grazie all’aiuto della rivista coneglianese “Storiadentro” sono state anche trascritte e digitalizzate in un (corposo) volume loro dedicato, con tanto di cd in allegato.
Delle 3 mila pergamene custodite in Piazza Cima ne sono state salvate, per ora, cinquanta. L’operazione ha avuto il plauso della Sovrintendenza Archivistica della Regione: «Questo è stato un lavoro esemplare» assicura la professoressa Maria Volpato «è durato due anni, ed è stato eseguito dai migliori restauratori del mondo».