La permuta per il nuovo archivio comunale finisce alla Corte dei Conti
Il capogruppo dem Sartoretto giudica opaca l'intera vicenda che ha portato all'accordo per la permuta, richiedendo l'intervento dell'organo di controllo. Il sindaco Marcon: «Nessun problema».
CASTELFRANCO - L’aveva promesso quasi un anno fa e ora Sebastiano Sartoretto torna a fare luce sulla permuta che il Comune di Castelfranco intende avviare per incamerare un immobile appartenente all’ex Banca Popolare di Vicenza, per adibirlo ad archivio comunale. Era infatti il febbraio 2021 quando il capogruppo dem annunciò che avrebbe richiesto la corrispondenza tra Comune e l’Immobiliare Stampa, società che gestiva i beni della BPVi, per capire i vari passaggi di questa vicenda.
In sede di Consiglio comunale della scorsa settimana, Sartoretto ricostruisce i vari passaggi di un tema su cui si dibatte da circa un decennio, da quando la Popolare di Vicenza aveva iniziato a dismettere il suo patrimonio immobiliare, tra cui uno stabile posto in viale dell’Industria, dotato di montacarichi e armadi compattatori, ideale dunque per ospitare interamente l’archivio comunale.
Nel corso degli anni, anche su sollecitazione dei gruppi di opposizione, le Amministrazioni comunali a guida leghista che si sono succedute hanno più volte dimostrato interesse per lo stabile, senza tuttavia finalizzare l’acquisto (in un primo momento vietato dalla normativa nazionale). Nel 2020, l'immobiliare Stampa vende alla Alessio Elettrosicurezza srl il capannone – stimato inizialmente 700mila euro – per la somma di 300mila euro. In seguito a tale acquisto, il Comune pubblica un avviso per la ricerca di un immobile da adibire ad archivio e la ditta Alessio propone il fabbricato in questione, chiedendo 450mila euro. Si propone dunque una permuta con un’area comunale di 2.500 metri quadri vicino alla Guardia di Finanza.
La stima delle due aree da parte del funzionario del catasto dell’Ufficio delle Entrate viene fatta non di persona, ma solamente tramite fotografie («In 35 anni di attività da avvocato non ho mai visto una perizia fatta così» commenta Sartoretto), che valuta 391mila euro lo stabile, 300mila euro il terreno, nonostante l’area del Comune, andata più volte all’asta senza risultato, era stata inizialmente stimata 1 milione di euro. Sembra dunque valida l'opzione della permuta alla pari, nonostante per il Comune, una volta acquisito l’immobile di viale dell’Industria, sono previsti lavori di adeguamento per circa 140mila euro.
«Ritengo che questa delibera non abbia margini di opacità, ma sia nata direttamente in camera oscura. Chiedo che il segretario comunale invii questa discussione con la delibera alla Corte dei Conti, domandando parere di legittimità» conclude Sartoretto in Consiglio Comunale, dichiarando il suo gruppo fortemente contrario alla permuta in esame.
Pronta la risposta del sindaco Stefano Marcon: «Colgo con favore la proposta, noi voteremo la delibera e poi la mandiamo alla Corte dei Conti come da sua richiesta». La delibera è stata infine approvata coi soli voti favorevoli della maggioranza.