TREVISO - Ha fatto un bel cancan - in neolingua: il video è diventato virale - il servizio della tosa, cioè della Tosi Cristina apparso giorni fa nella trasmissione Fuori dal Coro e poi rimbalzato sulle piattaforme social, tanto da arrivare - a più riprese, per quanto mi riguarda - su moltissimi smartphone.

Argomento del servizio giornalistico? Il decreto legge 124 del 1998. Sì, scritto così, risulta incomprensibile: mica ci andiamo a leggere tutti i decreti legge emanati (non avremmo più tempo per Simenon). Comunque questo è un decreto che dovremmo conoscere perché dice - traduco dal burocratese - che se prenotiamo una visita o un esame presso le Asl e i tempi di attuazione si dilatano troppo, possiamo scegliere di fare una visita a pagamento intramoenia - cioè presso la struttura ospedaliera - e poi chiedere il rimborso alla stessa Usl.

Se ci riusciamo. La giornalista Cristina Tosi, partendo da un caso specifico, ha infatti sgambettato presso gli uffici dell’azienda Ulss 2 Marca Trevigiana per chiedere se e come il decreto legge 124 venga applicato, visto che a quanto risultava dalle segnalazioni a lei pervenute il rimborso di fatto non viene mai erogato.

Sul sito dell'Ulss 2 Marca Trevigiana c’è un form da compilare che, richiamando il decreto 124 del 1998, consente a chi è interessato di chiedere il rimborso per una visita fatta privatamente, nel caso - ripeto - che quella col ticket sia stata procrastinata oltremisura.

Ma quanti sono in effetti i rimborsi che l’Usl ha erogato finora? Quanti pazienti hanno compilato quel form? E‘ davvero possibile - o semplice - ottenere un rimborso? Domande che abbiamo posto anche noi alla direzione generale dell’Usl 2 ricevendo questa risposta:

“All'oggi ci siamo attivati per dare corso a quanto previsto dalla legge 124, rispettando la stessa normativa”.

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