Chi ha rubato la targa di Giulio?
Rimossa, a colpi di scalpello, la targa in ricordo di Milacic
| Emanuela Da Ros |
VITTORIO VENETO - “Sto pensando di fare denuncia. Per ora, provo rabbia e amarezza”. Stefano Milacic, padre di Giulio - il 17enne morto suicida il giorno di Pasqua - a cui era stata dedicata una targa affissa su una roccia del monte Altare, non si dà pace. Due giorni fa si è accorto che la lapide in ricordo del figlio è stata rimossa e portata via. E lui è convinto che si tratti di un gesto politico. Anzi: “eversivo”.
“Chiunque abbia rimosso la targa in ricordo di Giulio - dice Milacic - è senz’anima. Senza cuore. La lapide ricordava un ragazzo di 17 anni. Un ragazzo sensibile, sempre in prima linea nel volontariato: aderiva alle iniziative del Piccolo Rifugio, vendeva stelle di Natale per l’Ail, prendeva parte alle riunioni del reparto Salmerie degli Alpini e aveva il cuore che batteva per i paracadutisti. Nella lapide in suo ricordo era in effetti in tenuta da parà. Chi può aver compiuto un gesto simile? Siamo di fronte a una vigliaccata. Ma anche a un’azione premeditata, perché per scalpellare la lapide ci volevano attrezzi particolari”.
Giulio Milacic era solito salire sul monte Altare - dicono gli amici - per pregare, per riflettere su un’esistenza che per lui aveva i colori opachi della disillusione. Il suo gesto estremo - avvenuto la scorsa Pasqua - aveva lasciato attoniti i tanti amici.
“La chiesa - ricorda il padre - durante il suo funerale era piena. In tanti avevano voluto testimoniare l’affetto per Giulio. E quindi non capisco perché qualcuno, ieri, abbia voluto tradire il ricordo di un “bocia del ‘98”.
Un amico di Giulio, Ezequiel, si dice sconvolto per quanto è successo. Ma deciso a non arrendersi. “Nei prossimi giorni - puntualizza - porteremo sul Monte Altare una nuova lapide in ricordo di Giulio. Non vogliamo che sia dimenticato. Che il suo passaggio venga calpestato. Chi ha compiuto quest’atto infame non l’avrà vinta.”