VITTORIO VENETO – Una folla composta si è stretta oggi pomeriggio attorno alla mamma e al papà di Giulio, il 17enne che si è tolto la vita nella serata di Pasqua. Alle 15,30 nella chiesa di Carpesica l’addio alla presenza di numerosi giovani e della comunità.

Don Primo ha avuto parole per Giulio, ricordandolo come «un ragazzo buono che ha sempre cercato di fare del bene agli altri», ma allo stesso tempo ha detto che si deve saper chiedere aiuto, non ci si deve vergognare, se si vive un momento di sconforto. «E’ importante aprirsi, parlare, con gli amici, i genitori e tendere la mano a Dio, non vergognarsi di cosa ci fa stare male» ha affermato nel corso dell’omelia il parroco.

«La partenza di Giulio – ha poi detto – ci invita a riflettere sul dono della vita. Nessuno è una roccia granitica, ma per fortuna l’aiuto c’è, va cercato. Dio misericordioso – ha poi invocato – capisca e perdoni la sua fragilità». Don Primo ha lanciato anche un appello ai presenti, ai giovani e agli adulti: «essere attenti agli altri e avere cuore per chi è in difficoltà».

Sulla bara in legno chiaro i fiori e il cappello da alpino che Giulio indossava quando era partecipe alle attività delle penne nere. Ad accogliere il feretro, e poi ad accompagnarlo nell’ultimo viaggio fino in cimitero, c’erano anche i suoi amici paracadutisti e marinai che insieme al padre Stefano lo hanno sorretto a spalla fino al camposanto, dove Giulio ora riposerà vicino all’amata nonna che 14 mesi fa era scomparsa ma che lui, ogni giorno, continuava a farle visita. Come riportato sull’epigrafe, i genitori hanno acconsentito alla donazione degli organi del loro unico figlio.