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10 ottobre 2024

Castelfranco

Chiesa dell'ospedale: Maria Gomierato rilancia l'idea di un collegamento con la casa di riposo

Nel ventennale del completamento dell'aula sacra, l'ex-sindaco ripropone il progetto naufragato a causa di crisi e burocrazia.

| Leonardo Sernagiotto |

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chiesa dell’Ospedale San Giacomo Apostolo

CASTELFRANCO – Nel ventennale della consacrazione della chiesa dell’Ospedale San Giacomo Apostolo, Maria Gomierato, sindaco dal 2000 al 2010 e ora consigliere comunale di opposizione, ricorda gli anni in cui si decise il recupero della struttura, con uno sguardo proiettato al futuro. Commenta l’ex-primo cittadino: “Si tratta di un’architettura straordinaria in sé, un’onda che ti sfiora per finire con uno slancio verso il cielo, uno spazio di cui avevo potuto constatare il degrado e l’abbandono quando, da poco eletta sindaco, vi ero andata ‘in sopralluogo’ con don Silvio. In abbandono come la grande struttura del monoblocco dell’ospedale che da quarant’anni finiva sulle pagine di Panorama come “grande incompiuta” del Veneto”.

Grazie alla collaborazione imprescindibile dell’allora direttore generale dell’Ulss 8, il dottor Gino Redigolo, la chiesa fu completata grazie ai fondi messi in campo per metà dall’Ulss 8, per l’altra metà dai contributi di alcuni Comuni della Castellana, dalla Fondazione Cassamarca, da imprenditori, professionisti e tanti cittadini. I lavori durarono due anni: una volta finita la chiesa era uno scrigno di arte sacra, conservando al suo interno opere di artisti come Angelo Gatto, Lorenzo Viola, Sergio Comacchio, Angelo Fassina. Ricorda Maria Gomierato: “Finiva così il tempo del degrado, dei calcinacci a terra, dei colombi morti, delle vetrate di Bruno Saetti abbandonate in pezzi sul pavimento ancora al grezzo, del grande mosaico destinato alla parete dell’altare a rischio di dispersione”.

Ma negli occhi e nei pensieri dell’ex-sindaco, l’opera è ancora incompleta per un piccolo, quanto importante tassello: “Il sogno di don Silvio, che anch’io da sindaco condividevo, era il collegamento della chiesa dell’ospedale con la Casa di Riposo Sartor, un ricongiungimento ideale delle due strutture, una facilitazione per gli ospiti della residenza per anziani che la domenica assistono alla Messa nel salone della struttura”. Il costo stimato allora per un “tunnel” aereo era intorno ai 40mila euro, una cifra non proibitiva per un progetto che burocrazia e la crisi economica scoppiata di lì a poco fecero rimanere nel cassetto ma che ora, auspica Gomierato, si spera possa rientrare nell’agenda di questa Amministrazione.

 


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Leonardo Sernagiotto

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