Co a cultura (no) se magna?
Una città che legge…ma non in biblioteca
VITTORIO VENETO - Avrei dovuto incorniciarlo, quell’ articolo. Lo ricordo comunque bene perché mi provocò acuto malessere, mai del tutto metabolizzato. In esso, un vero nostro sindaco coi baffi dichiarò, per stroncare le pervicaci richieste di potenziamento del servizio bibliotecario vittoriese, che non se ne sarebbe fatto nulla perché “co ‘a cultura no se magna”. Come corollario minacciò di ritirare dalla biblioteca i libri di un determinato autore che, manco si sa se lo avesse letto, ad ogni modo gli stava sullo stomaco.
Visto il furore dell’anatema, si temette che decretasse il rogo delle opere di quello stesso scrittore in piazza domo, al posto della righéa. Quella esternazione così aspra aveva tuttavia il pregio della sincerità, esplicitando un pensiero comune ma pudicamente dissimulato da altri sindaci prima e dopo di lui. E così, ora che leggiamo l’etero ed autoincensamento che la competente e laboriosa Assessora Uliana - punta di diamante di questa giunta- fa della nostra Biblioteca, scatta un certo raccappriciato aggricciamento delle falangette. In particolare suona un tantino esorbitante il riconoscimento a Vittorio Veneto di “Città che legge” con relativi encomi per essersi “impegnata nella promozione della lettura” al pari delle Amministrazioni che operano per “sostenere la crescita socio-culturale della comunità con la lettura…che è in grado di influenzare positivamente la qualità della vita”.
Cerchiamo di mettere a fuoco: la nostra Biblioteca non è a antisisma né antincendio, né è a norma per i bagni, non ha scaffalature né posti a sedere sufficienti, postazioni computer carenti, impiantistica vetusta, spazi archivistici inadeguati. Climatizzata in modo simbolico, rampe di scale a gogo, non ha ascensore. Ostica dunque per gli anziani e, questa è una vergogna immensa, da sempre è off limits per i portatori di handicap. Una sedia a rotelle non può accedervi. Biblioteca a misura di ogni cittadino, dunque, che incentiva alla lettura specie i soggetti fragili? Per due decenni, in particolare il Consiglio Quartiere testé soppresso con piglio totalitario, ne ha chiesto il trasferimento indicando la Papadopoli come insuperabile sede di rilancio. Il Pnrr poteva dare il via all’ agognato progetto di una nuova biblioteca, come han scelto di fare Conegliano e Treviso, ma si son preferiti Gotti e Val Lapisina; e ho detto tutto. Questo nonostante ad ogni tornata elettorale, compresa l’ultima, non ci sia stato candidato sindaco che non spergiurasse che avrebbe risolto il dossier. Ahimé…le solite parole biforcute delle campagne elettorali. Ricorderà, Gentilissima Assessora, quella favola in cui Esopo racconta del corvo vanitoso che s’appiccicò le penne del pavone. Visto il deludente risultato, finì sbeffeggiato sia dai pavoni veri che dai corvi che mal digerirono il tentativo del consimile di trasfigurare la sua vera natura. Sit venia verbo, Gentilissima, NON de te fabula narratur.
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