COME SARÀ IL 2012 PER IL VICTORIA?
Il Victoria non decolla e i commercianti fuggono
VITTORIO VENETO - I Maya non c’entrano. Non li tiriamo in ballo, per carità. Il fatto è che il 2012, almeno per una porzione di Vittorio Veneto, potrebbe essere l’anno del nulla, della fine non del mondo – per carità – ma di qualcosa che poteva essere. Parliamo del Victoria, che rischia di restare vuoto. Inutilizzato. Un inutile conglomerato di cemento, armato solo di idee non realizzate.
Il nome. ll Victoria sport and city nell’ultimo anno si è fatto un nome. Un nome che – tra l’altro – ha tutte le connotazioni negative che non doveva avere: finora ha suscitato polemiche, rabbia o disappunto. Se non siete d’accordo: commentate pure.
Il progetto. Secondo il progetto, l’idea, l’intuizione del giornalista Luigino De Nadai, il Victoria avrebbe dovuto essere un inno (infrastrutturale) alla vocazione sportiva/aggregativa di Vittorio Veneto. Un crogiuolo di strutture che aveva come fiore all’occhiello una pista di pattinaggio olimpionica. L’idea, dopo la scomparsa di Luigino De Nadai, ha subito trasformazioni, aggiustamenti, rimaneggiamenti. La pista s’è volatilizzata e la struttura sportiva/aggregativa è diventata…be’…è diventata un centro commerciale. Colpa dei tempi moderni? Macché. Neppure a questi va attribuita la responsabilità del flop. In tempi di centri commerciali fiorenti (vedi il Conè di Conegliano, tanto per non fare nomi) il Victoria non ha trovato un ruolo, uno spazio, una strategia per emergere. E’ rimasto un sufflé, di cemento e asfalto.
La situazione. Tra le mura rosse della struttura di via De Nadai sarebbero dovuti sorgere negozi di abbigliamento casual, sportivo, intimo, per bambini. Una profumeria targata Limoni, una parafarmacia, un ottico. Bar, ristoranti e zone ricreative. Una palestra, un'area Spa provvista di saune, bagno turco, idromassaggio. Un campo da beach volley, uno skate park, giochi gonfiabili per i bambini. Ma cosa c’è realmente all'interno del Victoria? A distanza di un anno dall'apertura del centro, c’è aria di smobilitazione. Comincia la chiusura progressiva. Progressiva, e veloce.
La profumeria di una nota catena nazionale non è mai stata aperta, causa il furto dei prodotti inviati dalla catena in sede Cerfim. Della zona Spa, I gestori si sono limitati a riprodurre l'insegna, ancora presente nella sede, con una freccia che indica la direzione per raggiungerla. Per raggiungere un servizio che non è mai decollato. Il negozio di intimo ha chiuso i battenti qualche mese fa, seguito a ruota dall'ottico. Per quanto riguarda l'abbigliamento sportivo, ha deciso di spostare le tende questo mese, e di trasferirsi in Galleria IV novembre.
Prospettive. Così è anche se non vi pare. Se voi domani entraste al Victoria trovereste una serie di vetrine buie, vuote, con qualche manichino – oh mamma- nudo! E ancora due i negozi presenti. Abbigliamento casual e parafarmacia. Anche se le scritte fuori dalle vetrine "Fuori tutto", "Ultimi giorni" fanno presagire aria di cambiamento. Il bar, che si trova al centro della struttura, fa ancora da appoggio alla palestra, l'unica attività che fa arrivare qualcuno al Victoria, insieme al centro di medicina dello sport.
Al piano superiore dell’edificio, che avrebbe dovuto ospitare ristoranti e bar, si trova ora un enorme e vuoto salone che, il sabato, diventa l’ ”Event”. E lì, una sera a settimana, centinaia di teenager vanno a ballare. E all’esterno? All’esterno, finché cala il sole, gruppetti di ragazzini passano le ore pomeridiane con i loro skate-board, lamentandosi che “non ci sono altri posti, ma noi stiamo ancora aspettando il vero skate-park che ci avevano promesso”.
Progetto originale del Victoria