Il commento / La partecipazione senza partecipazione
Si va alle elezioni, ma le decisioni vengono prese dai partiti senza la condivisione dei cittadini
VITTORIO VENETO - Ma varda ti...OggiTreviso sollevò la vexata quaestio appena dieci giorni fa, sulla scia del Presidente Mattarella che nel discorso di fine d’anno ricordava come la Partecipazione democratica sia cosa sola con la difesa della Libertà. E restando al nostro ambito cittadino (ma il discorso è di portata generale) dove i Consigli di Quartiere sono stati aboliti dalla giunta Miatto, ricordavamo come essa fosse di fatto impedita ai vittoriesi che non si sentissero obbligati, per esercitarla, a prendere una tessera di partito. Ora, dal 4 al 9 febbraio col titolo DEMOCRAZIA E’ PARTECIPAZIONE, si svolgerà la XXI Settimana Sociale della Diocesi di Vittorio Veneto con lo scopo di “avviare processi di partecipazione e cambiamento caratterizzato dalla dimensione popolare riferibile al 70° dalla scomparsa di Alcide De Gasperi”.
Balza agli occhi, nell’ elenco dei relatori di questa conferenza la totale assenza dei politici della diocesi, in particolare dei sindaci che sono le figure concretamente in grado di offrire ai cittadini le opportunità di esercitare il diritto dovere costituzionale alla partecipazione stessa. Non sono stati invitati o, invitati, hanno declinato perché hanno la coda di paglia? Già, perché, al netto della consueta e roboante retorica elettoralistica, infarcita di ruffianesche lusinghe e promesse che durano fino alla chiusura delle urne e poi svaporano come neve al sole (Passà ‘l Sant passà ‘l miràcol), i governanti detestano i cittadini che osino mettere il naso nel loro modus governandi.
Si sa, l’animo del podestà è qualcosa di consustanziale alla natura dell’animale politico. Nel frattempo, sempre restando nel nostro ortesèl, la campagna elettorale de noantri è da mesi incentrata su chi debba essere il candidato sindaco. Col centro sinistra che, timoroso di sorprese, ha rinnegato l’attivazione delle “primarie” per farlo scegliere ai cittadini. Con la Lega, monolitica gerarchia d’antico stampo, che da mesi sta ballottando nel chiuso delle segreterie i nomi di Braido e Posocco, da imporre d’imperio a tutto il centro destra. La partitocrazia come surrogato della democrazia.
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