CONTINUA LA BATTAGLIA PER GIOCARE NELLA CELTIC LEAGUE
Politici e rugbisti veneti insieme per far tornare sui suoi passi la Federazione italiana rugby
| Laura Tuveri |
Treviso - Il Comune di Treviso e le vecchie glorie del rugby veneto (fra cui Loredano Zuin, Angelo Visentin, Giorgio Troncon) continuano a battersi affinché il rugby veneto possa prendere parte alla più importante competizione per club europea: la Celtic League 2010/2011.Nessuno si vuole arrendere alla decisione presa circa due mesi fa dalla federazione italiana rugby di non ammettere una squadra veneta alla prestigiosa gara.
Così Manrico Marchetto, presidente del “Vecio rugby Treviso”, (in foto) ha annunciato di voler continuare la battaglia e, soprattutto, la raccolta di firme per cercare di far tornare sui suoi passi la federazione che nel suo consiglio annovera ben sette consiglieri veneti che non sono riusciti, o non hanno voluto, far nulla per rimettere le carte in gioco. “Abbiamo il 50 per centro di possibilità di riuscire a far cambiare idea alla federazione, soprattutto perché si è vista “aggredita” da più fronti, dal mondo del rugby ma anche dai politici del Veneto. Credo che dal punto di vista dell’immagine, a seguito di questa ingiusta e immotivata decisione la federazione abbia perso parecchi punti.
Ho ricevuto - ha ricordato il presidente - telefonate di solidarietà da parte di amici della Nuova Zelanda e dell’Australia che si sono meravigliati per la situazione venutasi a creare. Attendiamo gli sviluppi entro il 30 settembre. Io voglio essere ottimista”. Si dice ottimista anche il sindaco Giampaolo Gobbo, anch’egli rugbista. “Anche Friuli è stato escluso da questa competizione. Noi siamo comunque ottimisti e ci auguriamo di una retromarcia anche perché, fra parentesi, l’unico club che hanno i parametri in regola per partecipare è la Benetton a cui si aggregherebbero tutte le altre squadre venete, a formare un’unica grande squadra.
Forti di questa certezza non si è pensato precedentemente ad azioni preventive importanti da fare per prevenire questa esclusione”. Andrea De Checchi, assessore comunale allo Sport, ha definito l’esclusione del rugby veneto “un’ingiustizia di fondo”, essendo questo sport nel Dna del popolo veneto. “Lo sport è come la politica – ha aggiunto De Checchi – ci sono partite che si vincono sul campo, altre a tavolino”. Vedremo chi la spunterà alla fine.
Politica e mondo del rugby veneto stanno facendo fronte comune e stanno lottando con le unghie e con i denti per riuscire ad ottenere quanto spetta loro di diritto, tanto più che i club veneti, avrebbero autofinanziato la partecipazione al torneo, quindi senza intingere a risorse pubbliche, a differenza della squadra di Roma fa notare ironicamente Gobbo.