CONTRO IL BUNGA BUNGA, UN MIGLIAIO IN PIAZZA
Molti anche gli uomini e molti palloncini rosa con la scritta "I pensieri delle donne volano alti"
| Laura Tuveri |
TREVISO – Erano in molte le persone, donne ma anche tanti gli uomini, che ieri, domentica 13 gennaio, hanno aderito alla manifestazione «Se non ora quando?». E' stata organizzata a livello nazionale e anche in diverse località della Marca, per dire basta al “Bunga bunga”e per chiedere le dimissioni di Berlusconi. Un migliaio circa nel solo Capoluogo.
Gremita piazzetta Aldo Moro, ma la gente era stipata anche in Ppazza dei Signori, dalle ore 10 alle 13 si è data appuntamento a Treviso per far sapere che “oltre le gambe c’è di più” e che è ora di gridare basta alla mercificazione del corpo delle donna da chi ha potere e soldi per poter pagare giovani donne che pensano che il mondo reale sia fato di “scorciatoie sessuali” si possono ottenere denaro e posti di prestigio purtroppo anche in politica.
Sul palco Rosanna Trovese, cantautrice trevigiana che alternava la sua performance ai discorsi delle molte donne che sono salite sul palco e che scandivano la propria indignazione rispetto al modello del “Bunga Bunga” e di come la dignità delle donne venga spesso calpestata ogni giorno nei luoghi di lavoro, dalle istituzioni, ma anche in famiglia, dove avviene circa il 70 per cento delle violenze.“Sono una donna e sono indignata perché le donne sono un pilastro importante della società civile eppure il loro lavoro non viene, spessissimo, riconosciuto né socialmente né economicamente”;
“Sono una donna e sono umiliata per il controllo che continuamente dobbiamo subire sui nostri corpi e sulle nostre vite. Anche il corpo della donna diventa un mezzo per accumulare ricchezza per pochi”; “Sono una donna e sono indignata perché le politiche su cui alcuni partiti che costituiscono i loro successi elettorali con tali metodi non mi fanno sentire sicura, non serve l’esercito nelle nostre città, ma la gente che vuole una città viva e coesa”; “Sono una donna e sono indignata perché la violenza di genere è una vera emergenza sociale e avviene per lo più in ambito domestico, dall’inizio dell’anno sono decine le donne uccise”; “Sono una donna e dico basta a strumentalizzare la prostituzione quando è una costrizione per le donne, mentre dei palazzi del potere se ne fa un uso e consumo quotidiano”;
“Sono una donna e sono indignata per la legge 40, per gli attacchi periodici alla legge sull’aborto, perché nessuno meglio di noi donna sa cosa fare per non e per i nostri corpi e per le nostre vite”. Nessuna bandiera di partito, pur essendo molte le formazioni politiche (Pd, IdV, Sinistra ecologia e Libertà, Comunisti italiani), che hanno formalmente aderito, come lo hanno fatto Cgil, Auser di Treviso e di molte altre associazioni fra cui l’associazione Donne Medico con la sua presidentessa, la psichiatra Sara Tabbone, che ha voluto partecipare in rappresentanza dei disabili, lei stessa è costretta in carrozzella, che faticherebbero a raggiungere la piazza e, soprattutto, per quelle donne che ancora sono nel silenzio, ma che di certo non significa dar credito al tipo di donna che si lascia usare o che usa il maschio per i propri interesso.
Molti i cartelli in difesa della magistratura, contro il premier e a difesa della Costituzione, molti i palloncini rosa recanti la scritta “I pensieri delle donne volano alti”. In piazza anche alcune sindachesse, assessori, consiglieri comunali non solo di Treviso come Maria Tocchetto (Pd) e provinciali Donata Dimattè (Pd). Tochetto: “A questa manifestazione ci sono tutte le donne e gli uomini che desiderano riportare democrazia e più dignità a questo paese. Vogliamo in qualche modo che si parli di problemi delle donne, della società, del lavoro che manca e non solo di donne che vivano situazione particolari che non rispecchiano la stragrande maggioranza delle donne. Demattè. “Era giusto partecipare per dire che non siamo d’accordo con certi modelli di si stanno diffondendo nella società e che è ora di parlare di diritti, di presenze e di verità perché le donne sono altro da quello che sono state presentate in questi anni. Sono felicissima di questa giornata perché erano anni che non vedevamo la piazza di Treviso rispondere così numerosa, civile, ma anche agguerrita e decisa".
In piazza c’era anche Federica Magiulli (ex volontaria di Telefono rosa). “Io sono qui perché mi pareva giusto che non donne ci facessimo sentire e vedere. E’ bello che in così tanti siamo riusciti a riunirci e speriamo che questo sia solo l’inizio di una lunga serie di ritrovi per contrastare questo tipo di politica che ci viene proposta. C’era anche l’ex consigliere comunale di Treviso Zoccararato con consorte. Perché era importante, oggi, la presenza anche degli uomini?
“Perché la donna è una componente importante della famiglia, è un completamento nel nostro essere uomo. Sono qui per solidarizzare con le donne e per riconoscere loro diritti spesso negati. Per quanto riguarda le “scorciatoie sessuali” ,ovviamente, non sono assolutamente d’accordo e ritengo che la donna debba essere presente nella società e in politica con i propri mezzi che certamente non le mancano e parlo di intelligenza, di capacità di ascolto, di dialogo. Serve mettere in risalto questi significati e peculiarità della presenza femminile".