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19 marzo 2024

Treviso

Coronavirus all’ex caserma Serena, Conte: “Chiederò allo Stato i danni provocati all’immagine di Treviso"

L'associazione Talking Hands: "Condizioni igienico-sanitarie vergognose, il centro di accoglienza va chiuso"

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

mario conte

TREVISO - Dopo le tensioni del fine settimana resta alta l’attenzione all’ex caserma Serena, il centro di accoglienza attualmente in quarantena. Nessuno può entrare e nessuno può uscire per quindici giorni.

In attesa che gli operatori dell’Ulss2 effettuino un secondo giro di tamponi per monitorare l’andamento del contagio, ad oggi sono 137 le persone risultate positive la covid 19 su circa 300 ospiti. Sulla questione dei disordini avvenuti all’interno del centro di accoglienza ex caserma Serena negli ultimi giorni, è intervenuto il sindaco Conte: “Ho ricevuto parecchie segnalazioni dai residenti che lamentavano il fatto che la scorsa notte all’interno dell’ex caserma verso l’una c’era una festa in corso con musica alta. Io invito tutti alla responsabilità a partire dal sottoscritto, ma anche della prefettura, dei gestori della caserma Serena e il governo".

"I danni che stiamo subendo sono alti. Mi dispiace sentir parlare della nostra città come la più contagiata per colpe che non sono riconducibili, in questa fase, ai nostri cittadini. Dobbiamo tutti lavorare per risolvere al più presto questa emergenza sanitaria per mettere in sicurezza la nostra comunità e far si che si torni a parlare in modo positivo della nostra città”. Ed è per questo che il primo cittadino ha annunciato di voler chiedere allo Stato un risarcimento per i danni d’immagine provocati a Treviso e al suo turismo. “Stiamo lavorando con una serie di professionisti per avanzare la richiesta di danni. Lo facciamo non tanto per una questione economica ma morale” - spiega Conte.

“Se noi chiediamo sacrifici ai nostri cittadini e li controlliamo, com’è giusto che sia, chiediamo che ci sia la stessa attenzione anche all’interno di queste strutture dove il rischio contagio è evidentemente più alto”. “Non è possibile che all’interno di strutture gestite direttamente dal ministero come l’ex caserma Serena, le regole base come l’uso di mascherine, il distanziamento sociale e la sanificazione delle mani non vengano minimamente osservate”.

“Nel fine settimana siamo andati a salutare i nostri fratelli, e vi assicuro che ci ha spezzato letteralmente il cuore vedere i loro volti dietro alle finestre salutarci con occhi che chiedevano aiuto, in cui si leggeva tutta l'inquietudine e la paura di essere nuovamente chiusi nel campo, assieme a un numero sostanzioso di soggetti positivi al Covid-19. Non lasciamoli soli, dimostriamogli la nostra vicinanza e solidarietà, chiediamo al Prefetto tutti assieme e a gran voce la chiusura del centro di accoglienza straordinaria e il ricollocamento dei suoi ospiti in strutture più piccole e dignitose”. L’appello arriva da Talking Hands, l’associazione che si occupa di progetto di inclusione per richiedenti asilo che ha la propria sede all’interno del centro sociale Django e da anni ha coinvolto diversi migranti dell’ex caserma Serena nello sviluppo di un opificio. “Sono stati tanti in questi ultimi mesi i nostri appelli affinchè venisse chiuso l'hotspot perché le condizioni igienico sanitarie e la promiscuità a cui sono costretti gli ospiti non sono compatibili con l'emergenza sanitaria in corso. Appelli - continua l’associazione - che sono rimasti inascoltati. Il disprezzo della vita umana e il razzismo delle affermazioni che stiamo leggendo in questi giorni non ha limiti, assistiamo a un processo di falsificazione che indica i migranti come la principale causa di diffusione del virus, ignorando le vergognose condizioni igienico sanitarie e di vita all'interno dei grandi centri di accoglienza come Treviso”.

 


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