Cucchi, condannati solo i medici
Grido di rabbia in aula: 'Assassini'
ROMA - La terza Corte d'Assise di Roma, presieduta da Evelina Canale, ha condannato sei medici e assolto gli agenti e gli infermieri per la morte di Stefano Cucchi, il ragazzo romano di 31 anni morto nell'ottobre del 2009 a una settimana dal suo arresto.
"Me lo hanno ucciso un'altra volta... sono stati tutti assolti...", ha dichiarato Rita Calore, la madre di Stefano. "Sono stati tutti assolti - ha ripetuto - non esiste, è una sentenza inaccettabile, proseguiremo la strada intrapresa".
Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, ha commentato: ''Mio fratello è morto di ingiustizia. I medici dovranno fare i conti con la loro coscienza, mio fratello non sarebbe morto senza quel pestaggio".
La condanna a due anni di reclusione è stata inflitta al primario dell'ospedale Sandro Pertini Aldo Fierro, l'ospedale in cui Cucchi fu ricoverato e poi morì. La corte ha derubricato per lui e per gli altri condannati l'accusa di abbandono di persona incapace mutandola in omicidio colposo.
Oltre a Fierro a un anno e quattro mesi di reclusione sono stati condannati i medici Stefania Corbi, Flaminia Bruno, Luigi Preide De Marchis e Silvia Di Carlo. A un altro medico, che era responsabile del reparto di ricovero Rosaria Caponetti la Corte ha inflitto per l'accusa di falso otto mesi di reclusione. Per tutti i condannati è stata disposta la sospensione condizionale della pena.
Gli assolti secondo quanto dispone l'articolo 530 del Codice penale sono le guardie carcerarie Nicola Menichini, Corrado Santantonio e Antonio Dominici che erano accusati di lesioni personali. Sono stati assolti infine sempre con la stessa formula i tre infermieri Giuseppe Flauto, Elvira Martelli e Domenico Pepe.
Per pronunciare la sentenza la Corte è rimasta riunita in camera di consiglio per 7 ore e mezza ma il verdetto non è stato accolto bene. Un pubblico composto da una cinquantina di persone ha reagito al giudizio con urla, e con frasi di "Vergogna, vergogna questa non è giustizia, assassini".
L'avvocato Fabio Anselmo costituito parte civile per conto della famiglia Cucchi ha commentato la sentenza dicendo: "Lo Stato non ha risposto. Non critico la Corte. Dico solo che non sono stati individuati gli autori del pestaggio... è un fallimento".
Soddisfatto invece Corrado Oliviero, avvocato difensore degli agenti di custodia. "Dopo più di tre anni - ha sottolineato - è stata restituito ai tre agenti di polizia penitenziaria l'onore che una stampa sempre pronta ai 'desiderata' della famiglia Cucchi aveva profondamente offeso". ''Dalle carte processuali - ha aggiunto - era di tutta evidenza che Cucchi era arrivato nella cella del tribunale già pestato e impossibilitato a camminare''. ''Giustizia è finalmente fatta", ha concluso.
Per Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, l'assoluzione dei poliziotti penitenziari conferma che ''la Polizia Penitenziaria ha lavorato come sempre nel pieno rispetto delle leggi, con professionalità e senso del dovere".
Perplesso invece l'Ordine dei medici. "Sulle base delle poche informazioni di cui disponiamo possiamo dire che la sentenza della Corte d'assise sul caso Cucchi ci lascia perplessi. Molto", afferma all'Adnkronos Salute il presidente della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), Amedeo Bianco. "Mi sembra - aggiunge - che il cerino sia rimasto in mano ai soliti noti".
Il senatore Carlo Giovanardi, esponente del Pdl, commenta così all'Adnkronos la sentenza: "Il tempo è galantuomo e fa giustizia del linciaggio mediatico a cui sono stati sottoposti gli agenti di custodia, sulla base di pregiudiziali ideologiche".
(Adnkronos)