Dal governo via libera al Def
Monti: ''Non si esce da crisi con tatticismi e populismi''
ROMA - Via libera del Cdm al Documento di economia e finanza 2013. Il rapporto tra debito e pil è atteso al 130,4% nel 2013, per poi scendere al 129% nel 2014 e al 125,5% nel 2015, si legge nella tabella contenuta nel comunicato di Palazzo Chigi. L'indebitamento netto si attesta al 3% nel 2012. Il rapporto tra deficit e pil è previsto in calo al 2,9% nel 2013 e all'1,8% nel 2014.
"Qualora la fase sperimentale dell'Imu non dovesse essere confermata- si legge nella nota di Palazzo Chigi -, futuri Governi dovranno provvedere alla sostituzione dell'eventuale minor gettito con interventi compensativi".
Se l'Imu ''verrà confermata così com'è, avremo un pareggio strutturale'' ma ''se nel 2014 dovesse essere ristrutturata, sarà necessario trovare una compensazione per una modifica della tassazione'', ha sottolineato il ministro dell'Economia, Vittorio Grilli. ''Se l'mpostazione dell'Imu inserita lo scorso anno viene proiettata in avanti il pareggio di bilancio sarà garantito per gli anni successivi al 2014''.
Il presidente del Consiglio, Mario Monti ha spiegato nel corso della conferenza stampa dopo il Cdm che ''data la particolare situazione in cui si trova l'Italia il Def è un contributo 'work in progress'''. ''Sarà il nuovo governo a presentare un'agenda di riforme per il medio periodo'', ha aggiunto. ''Il nostro è un governo lungamente uscente, lentamente uscente'', ha ricordato.
Le ipotesi fatte nel def sono ''molto caute'', ha poi chiarito. ''Il che significa che la crescita può essere più elevata di quella prudenzialmente indicata nel documento''.
''L'approvazione del Def - ha sottolineato Monti - è un momento centrale del ciclo di programmazione della politica economica e di bilancio del nostro Paese e il luogo per assicurare sintonia tra le priorità della politica nazionale e della strategie dell'Unione europea''.
Il Def conferma ''che il risanamento è avvenuto'' e che ''le finanze pubbliche sono su un sentiero sostenibile'', ha evidenziato il premier. In termini strutturali, ha detto, è ''centrato l'obiettivo del pareggio di bilancio''.
Bisogna ''tenere alta la guardia nella disciplina delle finanze pubbliche anche nei prossimi anni'', ha sottolineato Monti, rallegrandosi per il collocamento dei bot con rendimenti al minimo storico. ''E' un capitale in termini di credibilità, che è costato agli italiani sacrifici pesanti''. ''Sarebbe disastroso - ha avvertito - perdere questo capitale''.
''Il Paese può uscire dalla crisi non con tatticismi e ricette populiste'' ma servono misure ''mirate e forti per costruire nuove opportunità di crescita e occupazione'', ha puntualizzato Monti. Attenzione, ha aggiunto poi, a ''coltivare illusioni sulla possibilità di tornare a un passato in cui venivano negati i problemi''. E cioè, ha spiegato, ''il periodo precedente alla cura strutturale di finanza pubblica che siamo stati chiamati a fare e che abbiamo fatto''.
"Speriamo che a maggio - ha continuato - l'Italia esca dalla lista dei paesi con problemi di finanza ed entri nella lista dei paesi virtuosi''.
''Abbiamo cominciato ad aggredire la crisi grave e lunga crisi che prima veniva negata'', ha sottolineato il premier. La cronaca attuale dimostra che ci sono ''gravi sofferenze, ma probabilmente - ha aggiunto - è una piccola parte rispetto a quello che sarebbe stato con un disastro finanziario''.
Monti infine ha messo in guarda dagli ''effetti gravi'' che avrebbero inversioni di rotta. ''Per avviare la crescita, noi - ha detto - abbiamo avviato le riforme strutturali, non tutte perché poi c'è stato un prendere le distanze dei partiti in Parlamento''.
(Adnkronos/Ign)