LA DISOSTRUZIONE DELL’ALVEO DEL PIAVE
Zaia sui lavori lungo l'asta del fiume sacro alla Patria
VENEZIA - Ci vorrà ancora qualche mese per rimettere in ordine l’assetto idraulico del Piave nei Comuni di Cimadolmo, Maserada sul Piave, Ormelle, Breda di Piave e Ponte di Piave, dove sono in corso gli interventi per liberare l’alveo del fiume dal caos creato dalla grande alluvione dell’autunno scorso e per risistemare le pesanti erosioni create dalla furia dell’acqua, che per fortuna non ha tracimato.
Dallo scorso dicembre il Genio civile di Treviso sta operando, attraverso il Consorzio per la regimazione idraulica, per ripristinare la piena funzionalità del grande fiume disostruendo l’alveo a monte e a valle dei ponti stradali della Strada Provinciale n. 92.
Nei lavori, che dovrebbero terminare all’inizio di agosto, sono utilizzati 4 escavatori e numerosi mezzi di trasporto per movimentare 290 mila metri cubi di ghiaia, migliaia di pali in legno e le opere in roccia per ricostruire le difese lungo le rive.
“Stiamo rimettendo in sicurezza il Veneto e le opere idrauliche devastate dall’alluvione – ha sottolineato il presidente della Regione Luca Zaia, commissario per il superamento dell’emergenza – per evitare che il ripetersi di eventi meteorologici di una certa consistenza possa causare ulteriori danni, oltre a quelli per circa un miliardo di euro già subiti da cittadini, imprese e istituzioni in occasione del disastro d’autunno.
Questo è il primo necessario obiettivo, che si è tradotto il 249 cantieri, un centinaio già chiusi e altrettanti in corso.
Ma dobbiamo andare oltre, fare di più: realizzare quelle opere strategiche, mai fatte in precedenza, capaci di ridurre significativamente il rischio. Voglio ricordare che se si dovessero verificare piogge come quelle di ottobre – novembre, nuovi pesanti allagamenti sarebbero inevitabili, perché le attuali opere non sono in grado di sostenere e contenere una massa d’acqua di entità pari a quella caduta nei giorni della disgrazia”.