"Dopo le proteste la retromarcia sull'Imu"
Pd critico sulle azioni annunciate dall'amministrazione Miatto
| Claudia Borsoi |
VITTORIO VENETO - «Una vittoria per noi, ma un'enorme retromarcia della giunta»: commenta così la segreteria del Pd l’annuncio, dato ieri dall’amministrazione Miatto, di una rimodulazione dell’aliquota Imu (dal 10 al 9,8 per mille, comprensiva anche della Tasi) per tutti gli immobili non prima casa che sarà illustrata nel consiglio comunale di lunedì.
«Ma cosa crede la giunta, che siamo tutti scemi? Prima aumentano l'Imu e ora, dopo le nostre proteste e quelle di molti cittadini, tornano indietro, ma l'aumento comunque rimane: i cittadini pagheranno oltre un milione e 800mila euro in più rispetto a quanto si pagava negli anni dell’amministrazione Tonon» denuncia Silvano Tocchet, segretario del Pd.
Il gruppo annuncia un emendamento alla delibera che sarà votata lunedì: «Chiederemo il rinvio al 30 settembre della prima rata di pagamento dell'Imu che scade il 16 giugno con la speranza che venga accolto dai consiglieri di maggioranza che talvolta sono apparsi più vicini alla realtà delle imprese e dei cittadini del vicesindaco. Il Ministero delle Finanze ha chiarito con una circolare che è possibile la proroga della scadenza per la quota comunale dell'imposta. Chiederemo, inoltre, il ripristino delle aliquote del 2019, nella consapevolezza che, se già a dicembre era incomprensibile un aumento del prelievo fiscale, ora rappresenta un vero schiaffo alle difficoltà dei cittadini. Se Roma versa liquidità nelle casse locali, già oltre mezzo milione di euro, il Comune, invece, pensa solo a far pagare i vittoriesi».
Sulla rimodulazione dell’aliquota Imu, il sindaco Antonio Miatto spiega che è stata possibile, e comporterà un minor ingresso nelle casse comunali di 300mila euro, perché «tutta una serie di iniziative, anche costose, come manifestazioni e iniziative in campo turistico forzatamente abbandonate, non devono più essere sostenute. L’aumento dell’aliquota era finalizzato anche a questo. Per questo abbiamo deciso di tornare indietro a quello che la precedente amministrazione Tonon aveva tentato di fare, cioè l’aliquota al 9,8 per mille che poi non era stata applicata per diniego governativo».
Quanto al rinvio della scadenza al 30 settembre, la proposta non convince il vicesindaco con delega al bilancio Gianluca Posocco: «Noi chiederemo la prima rata il 16 giugno con l’aliquota vecchia, dunque un 50% del dovuto dai titolari di immobili di categoria D, capannoni e centrali elettriche, con aliquota al 8,6 per mille. Credo che sia più conveniente che versare la rata a settembre con aliquota al 9,8 per mille. Comunque deciderà il consiglio comunale».