Vittorio Veneto, “Fermi in cassa 11 milioni di euro”: le minoranze bocciano la giunta Miatto
Sotto alla lente opere pubbliche, fondi Pnrr, acquisizione del teatro, ex Carnielli
| Claudia Borsoi |
VITTORIO VENETO – Tempo di bilanci a Vittorio Veneto. A farli, guardando a questi ultimi cinque anni circa di amministrazione di centrodestra guidata dal sindaco Antonio Miatto, è l’opposizione. Nella mattinata di Epifania, i consiglieri di Pd, Rinascita Civica e civica Dus hanno voluto tracciare il loro bilancio a pochi mesi dalla scadenza amministrativa. E all’unisono hanno espresso un giudizio negativo sull’operato di questi cinque anni.
«Le nostre proposte sono sempre cadute nel nulla – ha evidenziato il consigliere Alessandro De Bastiani (Rinascita Civica) – e da parte della giunta e del consiglio comunale abbiamo registrato una completa chiusura verso di noi, cassando tutte le nostre proposte». «In quattro anni e mezzo – ha aggiunto il consigliere Giulio De Antoni (civica Dus) – abbiamo presentato oltre 40 mozioni cercando di essere propositivi. Solo tre sono state approvate: quella su via Oberdan, quella sul degrado della città e quella sulla tassa di occupazione del suolo pubblico per edifici storici e di culto. Mi sento umiliato per non esser stato ascoltato anche su questioni più logiche». «La cosa che più mi ha deluso – ha evidenziato il consigliere e già sindaco Roberto Tonon (Pd) – è che il sindaco ha detto che era deluso dalla minoranza. Se avesse ricevuto le richieste della precedente minoranza (la Lega, quando Tonon era sindaco ndr), impallidirebbe. Sul teatro “Da Ponte” ci sono state portate due perizie e proposto di votare quella più alta. Cinque anni fa, ci sarebbe stata come minimo una segnalazione alla Corte dei Conti per danno erariale. Ricordo che la precedente amministrazione (di Tonon ndr) è stata denunciata anche penalmente per l’area ex Carnielli, sito nel quale oggi da un punto di vista ambientale non credo sia cambiato molto, anzi, ora oltre al cromo esavalente è stato trovato un altro inquinante, il cloroformio. La delusione non è della minoranza, ma della città intera per l’inadeguatezza di questa amministrazione».
«L’operazione dei derivati, definita dal sindaco più volte come un’operazione meravigliosa, li ha poi in realtà visti tenere la barra sull’avvio del contenzioso contro la banca intrapreso dalla precedente amministrazione – ha rilevato la consigliera Barbara De Nardi (Pd) -. Da parte mia registro un generale senso di degrado in città che si riflette anche sul tessuto socio-economico cittadino, vedi le situazioni registrate al Quadrilatero e nel parco lungo la ciclabile del Meschio».
«La sensazione è che nei primi anni l’amministrazione non avesse un’idea di rilancio della città, navigando sempre a vista. Eppure Vittorio Veneto ha numerose potenzialità. È mancata la cura delle cose minime della città – ha detto la consigliera Mirella Balliana (Rinascita Civica) – e il lavoro delle commissioni è stato inesistente. Il modo di governare del sindaco Miatto è sempre stato improntato sul “comando io, abbiamo la maggioranza”. Sull’ex Carnielli tanti grossi proclami e poi il tutto si è ridotto ad un nulla di fatto. Questo è uno dei grossi fallimenti della giunta Miatto».
Bilancio e opere pubbliche sotto alla lente. «È evidente l’incapacità di spesa di questa amministrazione dovuta ad una mancanza di programmazione a medio periodo e alla rincorsa dei bandi – ha detto De Antoni -. Al 31 dicembre 2019 nella cassa comunale c’era un milione di euro, al 31 dicembre 2022 i milioni erano 11: sono stati ricevuti parecchi soldi, ma non sono stati impegnati. Per il sottopasso di via Cal Larga erano stati impegnati nel 2021 1,5 milioni di euro, oggi ancora fermi, soldi che si sarebbero potuti usare per le piscine. Nel piano opere pubbliche 2024 sono state inserite opere già previste nel 2021. Ad esempio gli interventi sulle scuole Crispi e Parravicini, l’adeguamento dell’impianto del museo a Serravalle e l’intervento sulle piscine. Nel 2021 la spesa per queste opere era di 2,3 milioni di euro, divenuti 3,2 nel piano opere pubbliche 2024, quindi con un aumento del 43% per fare le stesse opere».
Critica anche la gestione dei fondi Pnrr. «Il comune aveva partecipato al bando Pnrr per fare dell’ex asilo di San Giacomo una casa per la famiglia. Si era visto assegnare 850mila euro, per i quali c’era stato anche un ricorso al Tar (prima il contributo era stato assegnato, poi cancellato ndr) e poi – ha evidenziato De Antoni – si sono accorti che con quei soldi non si riusciva a fare i lavori previsti e si è rinunciato al finanziamento». «Il comune di Cornuda ha preso più risorse Pnrr di Vittorio Veneto, Conegliano 4/5 volte tanto» ha sottolineato Tonon. «Spesso si sono trincerati dietro al fatto che “c’è stato il Covid”, ma è stato usato solo come scusa – ha affermato De Nardi -, perché in altri comuni le opere pubbliche sono andate avanti».