22/01/2025nubi basse e schiarite

23/01/2025pioggia

24/01/2025nubi sparse

22 gennaio 2025

Treviso

Ecco perché il 6 gennaio si festeggia la befana

Tra tradizione e leggende con la sua scopa è protagonista di una delle tradizioni più caratteristiche delle festività natalizie

| Isabella Loschi |

immagine dell'autore

| Isabella Loschi |

befana

Oggi, 6 gennaio, in Italia, è la giornata di un delle figure più amate dai bambini e più radicate nel folklore popolare è senza dubbio la Befana. Questa vecchietta volante, che giunge la notte tra il 5 e il 6 gennaio con la sua scopa, è protagonista di una delle tradizioni più caratteristiche delle festività natalizie. Sebbene le sue origini siano avvolte nel mistero, la sua figura è diventata un simbolo di generosità e di magia, legando insieme le celebrazioni dell’Epifania, il giorno che segna la conclusione del periodo natalizio.

Le origini della Leggenda

La figura della Befana ha origini complesse e si intreccia con diverse tradizioni: dalle radici pagane legate alla fine dell'inverno e all'inizio del nuovo anno, alle influenze cristiane della festa dell’Epifania. Sebbene non esista una versione ufficiale della sua nascita, la leggenda più conosciuta racconta che la Befana fosse una donna anziana che, dopo aver incontrato i Re Magi in viaggio verso Betlemme, si rifiutò di unirsi a loro, convinta di non essere all’altezza di un tale compito. Purtroppo, giunta troppo tardi, non riuscì a vedere il Bambino Gesù, ma si pentì della sua decisione. Decise allora di cercare il Bambino in ogni casa, portando con sé doni e regali per i bambini che avrebbe incontrato lungo il cammino. Ancora oggi, secondo la leggenda, la Befana vola su una scopa, entrando nelle case durante la notte, per lasciare dolci ai bambini che sono stati bravi e carbone a quelli che non si sono comportati bene durante l’anno. La notte tra il 5 e il 6 gennaio, infatti, è attesa con grande trepidazione, proprio come accade per Babbo Natale a Natale. La Befana, però, è una figura che ha tratti molto più "terreni" rispetto al mitico Babbo Natale: vestita con abiti logori, una scopa in mano e una faccia rugosa, la Befana non incarna la figura di una fata benevola e regale, ma di una donna che, pur nella sua semplicità, è simbolo di generosità e di affetto. Secondo la tradizione, la Befana riempie le calze appese dai bambini con dolciumi, cioccolatini, caramelle e, talvolta, anche piccoli giocattoli. Se un bambino è stato particolarmente disobbediente, la Befana lascia invece un pezzo di carbone, che però non è mai del tutto "punitivo": si tratta infatti di zucchero colorato, a forma di carbone, che rappresenta un modo simpatico per far capire che il comportamento non è stato del tutto corretto.

Un Ponte tra il paganesimo e il cristianesimo

La Befana potrebbe avere anche radici in antiche festività pagane, come le celebrazioni legate al solstizio d'inverno. In molte culture europee, l’inizio di gennaio era associato a rituali che celebravano la fine della stagione fredda e l’arrivo della luce. La figura della "vecchia" rappresentava spesso la fine dell’anno vecchio e il ciclo della natura che si rinnovava. Nel mondo cristiano, la Befana si è poi sovrapposta alla celebrazione dell'Epifania, la festa che commemora la visita dei Re Magi al Bambino Gesù. La sua figura, seppur lontana da quella dei Magi, si collega al tema della donazione e dell’offerta di regali.

Le tradizioni regionali

Anche se la Befana è una figura che è conosciuta in tutta Italia, ogni regione ha le proprie tradizioni e modi di festeggiare l’arrivo della vecchietta. In Veneto è tradizione che le piazze vengano animate dalla figura della Befana insieme all’accensione dei Panevin. II cristianesimo si impossessò di questa tradizione volendo che i fuochi d'Epifania ricordassero quelli accesi dai pastori per asciugare i panni del Bambin Gesù e per rischiarare la via ai Magi, smarritisi nella regione. In realtà l'origine dei roghi risale al culto del sole e del fuoco delle civiltà agricole precristiane. La consuetudine voleva che si bruciasse il Pan e Vin per tre sere consecutive perchè il 3 era considerato, nella religione pagana, numero perfetto e la ripetizione del rogo consentiva di liberare il terreno da rovi, sterpaglia ed erbacce, predisponendolo al pascolo e alla coltivazione. Seguiva poi un rituale particolare per onorare il dio e propiziarselo, rituale che è andato perduto nei secoli. Qualunque sia l'origine della festa, indipendentemente dalle ragioni per cui si svolgeva (pratiche e religiose), il "Pan e Vin" è sopravvissuto sino ad oggi perchè esprime il bisogno di stare insieme, di dividere con gli altri ansie e gioie; ritrovarsi intorno allo stesso fuoco nel periodo più duro dell'anno per la vita nei campi, riaffermava, attraverso la presenza di tutti, la necessità di un legame fraterno tra gli uomini e di una rinnovata armonia con la natura, nonostante gli stenti, le privazioni e le difficoltà.

La Befana oggi

Oggi, la Befana continua a essere una figura molto amata, ma non solo per la tradizione legata ai regali e ai dolci. La sua immagine è diventata anche un simbolo di un'epoca passata, di un tempo in cui la magia e la fantasia si mescolavano alla realtà. Sebbene la figura della Befana possa sembrare obsoleta, legata a un passato contadino e rurale, continua ad avere un fascino senza tempo, capace di affascinare anche le generazioni più giovani. La sua semplicità, la sua generosità e la sua capacità di donare senza chiedere nulla in cambio sono valori che restano universali.


Iscriviti alla Newsletter di OggiTreviso. E' Gratis

Ogni mattina le notizie dalla tua città, dalla regione, dall'Italia e dal mondo


 

 



foto dell'autore

Isabella Loschi

Leggi altre notizie di Treviso
Leggi altre notizie di Treviso

Dello stesso argomento

Nord-Est
dall'Italia
dal Mondo
vedi tutti i blog

Grazie per averci inviato la tua notizia

×