ELECTION DAY, UNO SPRECO DI DENARO
Calesso (Un’Altra Treviso) si appella a Muraro per chiedere ai ministri leghisti di accorpare elezioni e referendum
| Laura Tuveri |
TREVISO – Tornano i volantinaggi di Un’altra Treviso, questa volta per denunciare gli sprechiper non volere fare l’Election Day, accorpando le elezioni amministrative ai quattro referendum. “Lega sprecona sui referendum” dice Luigi Calesso visto che il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, che ha deciso di scindere le consultazioni appartiene al partito di Bossi.
Visto che entro giugno si devono svolgere i referendum contro il legittimo impedimento), due in difesa dell’acqua pubblica, uno contro il ritorno del nucleare, meglio sarebbe stato, secondo Calesso e secondo molti, andare a votare il 29 maggio, ovvero contestualmente insieme al ballottaggio delle elezioni amministrative. “Si voterebbe per i referendum senza costi aggiuntivi per lo Stato, cioè per tutti noi. Invece, il ministro Maroni, e con lui tutto il Governo, vogliono spostare i referendum a giugno, sprecando circa 350 milioni di euro di soldi pubblici” ha detto Calesso (nella foto). Che non può far altro che domandarsi quale sia l’obiettivo del Governo centrale.
Se spingere i cittadini a non andare a votare, al contrario di quello che prevede la Costituzione che chiede di garantire il massimo di partecipazione nelle consultazioni elettorali o se sprecare i soldi pubblici per compiere una truffa ai danni della democrazia. “Il ministro Maroni fa spendere 350 milioni di euro agli italiani per far fallire i referendum!
Altro che “Roma ladrona”, questa è “Lega sprecona” – affonda Calesso che chiede, a nome del sodalizio che rappresenta, al presidente della Provincia, Leonardo Muraro, di intervenire presso ministri e parlamentari leghisti perché venga decisa l’unificazione delle date di svolgimento del ballottaggio delle elezioni amministrative e del referendum in un’ unica data anche per far risparmiare il denaro dei contribuenti, in un periodo non certo florido per l’economia del Paese, e per rispettare il dettato costituzionale sulla determinazione di condizioni che garantiscano il massimo possibile di partecipazione elettorale.