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16 luglio 2024

Vittorio Veneto

Fasan sull’ara sacrificale

Dopo la sfiducia, il ripescaggio?

| Michele Bastanzetti |

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| Michele Bastanzetti |

bruno fasan

VITTORIO VENETO - Con abusata metafora venatoria, stigmatizzare l’operato dell’ assessore ai lavori pubblici Bruno Fasan è come sparare su un fagiano d’allevamento. Balza agli occhi la sostanziale anchilosi del referato da lui diretto in questi 4 anni e passa; le ereditate situazioni di degrado e trasandatezza cittadine tali son rimaste; l’abbandono del patrimonio monumentale (povere fontane, simbolo di una civiltà passata) grida vendetta; la lentezza bradipesca nell’ intervenire su emergenze anche banali (ponte Nogarolo) deprime; le ridicole stranezze (ceppaia d’inciampo, a marcire in centro, angolo via Rismondo) disorientano. E i lavori a metà come l’ incompleto abbattimento delle pericolose acacie via Galilei? Esperimenti inquietanti e naufragati a furor di popolo sono stati, in gemellaggio con l’assessore Antiga, il doppio senso circolazione sulla Oberdan e l’inversione sensi unici Da Ponte-Lioni. Soldi buttati pure per l’estroso concorso su via Rizzera, che resta area ad intermittente destinazione palustre o sull’ennesimo progetto a perdere per piazza Duomo o sulla Biblioteca. Eccetera. Attenzione viscerale e concreta ha invece sempre e solo nutrito per il natio bacino elettorale Val Lapisina, tanto da riuscire ad inserirla nel Pnrr a scapito del salvataggio di un gioiello come Villa Papadopoli.

 

E merita ricordare la soppressione dei fastidiosi tafani dei Consigli di Quartiere, che osavano democraticamente tallonarlo nel suo operato. Ora ha subito, con sonante eco mediatica, questa specie di pre-sfiducia col voto aggiunto di tre membri della sua stessa maggioranza. Ma è vera sfiducia, o un gioco delle parti? Lega ed alleati, dopo vent’anni di governo paion consapevoli della pochezza dei risultati prodotti, del tanto tempo perso, e stan evidentemente cercando un capro espiatorio. Il povero Fasan, meritevole comunque di quiescienza, pare servire egregiamente al ruolo di vittima sacrificale. Certo è che, se pur di fronte alla autobocciatura del centro destra la città non sarà in grado di fornire quella alternativa vera che ad oggi non si è palesata, allora il povero Fasan - novello Isacco, ripescato dall’ ara sacrificale potrebbe perfino ritornare sulla amata poltrona.

 


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Michele Bastanzetti

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