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21 novembre 2024

Conegliano

Giorgione a Conegliano. Appunti inediti per una storia da scoprire

Oggi Francesca Bortolanza illustrerà i legami tra il pittore di Castelfranco e la città di Cima, attraverso la figura della madre, originaria di Conegliano.

| Leonardo Sernagiotto |

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Giorgione a Conegliano

CONEGLIANO – La figura di Giorgione è avvolta nella nebbia del tempo, labili come sono le notizie e i documenti riguardanti la sua vita. Spesso il mito ha sopraffatto la realtà, facendo fioccare leggende e invenzioni che di storico hanno ben poco. Tra queste, vi è il dibattito riguardo i genitori di Giorgione: grazie a recenti scoperte documentarie, è stato possibile dare loro un nome. Si tratta del notaio Giovanni Barbarella e di sua moglie Altadona, originaria da Campolongo di Conegliano. E proprio ai contatti tra Giorgione e Conegliano è dedicato un seminario che si terrà questa mattina, sabato 26 novembre alle ore 10, presso il convento di San Francesco, nel quale l’archivista Francesca Bortolanza discuterà a proposito di “Un nuovo documento su Altadona, madre di Giorgione”, con un’introduzione e un intervento rispettivamente di Valentina Sapienza e Piermario Vescovo dell’Università Ca’ Foscari di Venezia.

Tra gli argomenti principali, si discuterà del testamento del padre di Altadona, il notaio Francesco Da Campolongo, rogato nel 1440 e ricco di notizie e spunti per un diverso approccio alla figura di Giorgione. Ad esempio emerge il rapporto professionale di Francesco – e di altri Da Campolongo prima di lui – con i potenti conti di Collalto, la cui corte potrebbe essere stata frequentata dal giovane Zorzi. La costante vicinanza all’ordine religioso dei minori conventuali del monastero di San Francesco, ultima dimora di molti membri della casata, accomuna i Da Campolongo coi Barbarella da Castelfranco, anch’essi vicini ai francescani e impegnati nella fondazione del locale Monte di Pietà.

Le nuove scoperte documentarie, che anticipano inoltre la data di nascita di Giorgione, permettono di formulare ipotesi su un rapporto tra Giorgione e un altro gigante della pittura rinascimentale veneta, Giambattista Cima da Conegliano. La memoria di un Giorgione attivo a Conegliano, forse a fianco dello stesso Cima, sopravviveva ancora nel Settecento, testimoniata dalla nota in un manoscritto del Malvolti, che riporta la notizia di un quadro raffigurante due apostoli nel coro dell’edificio sacro. Un incontro, quello di domani, che offre nuove spunti e temi di ricerca per approfondire l’enigmatica figura di Giorgione.

 



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Leonardo Sernagiotto

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