La storia dalla beffa di Canova e Giorgione in mostra a Castelfranco
Il Museo Casa Giorgione ospita il racconto di come Antonio Canova, nelle vesti di pittore, riuscì a ingannare gli intellettuali del suo tempo, servendosi della figura di Giorgione.
CASTELFRANCO – Che Antonio Canova sia probabilmente il massimo scultore del Neoclassicismo, è opinione condivisa in tutto l’orbe terracqueo. È anche risaputo che fosse un valente pittore: tuttavia, che l’artista fosse anche un burlone degno degli “Amici miei” di Mario Monicelli, è notizia assai meno conosciuta. Eppure il genio di Possagno nel 1792 ideò, con la complicità del suo mecenate, il senatore principe Abbondio Rezzonico che lo ospitava a Roma, uno scherzo ai maggiori artisti e intellettuali dell’epoca, servendosi della figura di un altro genio della terra trevigiana, Giorgione.
È da questa ben congeniata burla che nasce in seno al Museo Casa Giorgione la mostra “La beffa. Canova e Giorgione, storia di un autoritratto”, che aprirà i battenti venerdì 2 dicembre, per poi richiuderli lunedì 23 aprile 2023, giorno di Pasquetta. Nello specifico, la beffa in oggeto era semplice quando diabolica: spacciare un ritratto di Giorgione, realizzato dallo stesso Canova, per un originale autoritratto del maestro di Castelfranco. Lo scherzo, che rimanda la mente alle celebri “Teste di Modigliani” ripescate a Livorno nel 1984, riuscì nel suo obiettivo, ingannando i maggiori artisti allora presenti a Roma.
Inserendosi nel calendario di manifestazioni legate ai duecento anni dalla scomparsa di Canova, l’esposizione di Castelfranco permette al Museo Casa Giorgione – nelle parole del suo direttore Matteo Melchiorre – di offrire “un contributo in linea e in piena coerenza con la sua missione: indagare, studiare, illustrare e raccontare, con spirito critico e strumenti metodologicamente seri, la figura di Giorgione e della sua fortuna critica sulla lunga durata”. La mostra infatti analizza gli elementi (dipinti, stampe, libri, sculture) di cui si servì Canova per architettare la beffa, rivelando implicitamente le conoscenze che si potevano avere a fine Settecento riguardanti la figura, ma soprattutto il mito, di Giorgione.
Commentano il sindaco Stefano Marcon e l’assessore alla Cultura, Roberta Garbuio: “L'anno scorso, quando siamo entrati nelle celebrazioni canoviane, abbiamo pensato a qualcosa di diverso. Con questa mostra ci siamo riusciti: il nostro ringraziamento va anche alle Soprintendenze e agli Istituti culturali che hanno prestato la loro consueta e preziosa collaborazione per il buon esito della mostra”.