"Ho 16 anni e sono avvolta da nubi di pesticidi. Aiutatemi"
Alessia di Motta di Livenza scrive a Marcia Stop Pesticidi per denunciare la situazione in cui vive ed esortare tutti a lottare contro questo stato di cose
MOTTA DI LIVENZA - Alessia ha notato che nel vigneto vicino a casa sua, l’erba ai piedi delle viti è diventata gialle e preoccupata che sia stato usato del glifosato ha deciso di scrivere a Marcia Stop Pesticidi: “Il vigneto è adiacente a un passaggio pedonale che io stessa devo attraversare tutti i giorni per recarmi a scuola o dovunque io debba andare. Non è la prima volta infatti che, passando di lì, ignara del fatto che si stia effettuando un trattamento, mi ritrovi avvolta da una nube di pesticidi che già dopo pochi minuti mi provocano forte bruciore agli occhi e alle vie respiratorie e un senso di malessere generale che perdura al minimo un paio d'ore”.
Un racconto inquietante quello della sedicenne di Motta di Livenza, che per determinazione e coraggio ricorda inevitabilmente Greta Thunberg. “Io mi chiedo quindi: se questi sono gli effetti di un'esposizione relativamente breve, quali sono gli effetti a lungo termine? – s’interroga legittimamente Alessia -. E perchè le autorità continuano cocciutamente a negare la pericolosità dei pesticidi anche di fronte a segnalazioni come questa? Perchè tali persone non pensano che stanno danneggiando il futuro dei loro figli e di tutti coloro che verranno in futuro? Perchè bisogna continuare a fregarsene del futuro e vivere solo il presente quando anche il futuro più prossimo è incerto?”. Chi ha pensato che l’unica teenager che si preoccupa di ambiente e saluto sia solo una ragazzina svedese con le trecce, si sbaglia di grosso!
Alessia argomenta molto bene i suoi timori e considera che condizionare i residenti a chiudersi in casa, a cominciare dai bambini, leda i diritti personali di tutti visto che dopo i trattamenti non si dovrebbe mette piede per 48ore in un vigneto: regola che a questo punto va applicata anche ai giardini di chi abita vicino visto che i veleni irrorati non sono governabili e sconfinano oltre le colture, tant’è che afferma: “E scusate se ve lo chiedo – incalza Alessia -, ma da dove ve lo siete preso il diritto di vietare a un bambino di giocare solo per produrre il vostro amato vino che non è altro che veleno misto a succo d'uva? … la salute è un diritto di tutti, e chiunque la violi deve essere punito, o almeno così è come la penso io”.
La sedicenne di Motta lancia quindi un accorato appello: “Io spero sinceramente che la situazione possa cambiare perchè sta per ricominciare la stagione dei trattamenti e si fa ancor più viva in me la paura di dovermi trovare nuovamente all'interno di una nube di pesticidi senza poter fare niente per evitarlo e doverne pagare le conseguenze ... Vi chiedo di mobilitarvi contro i pesticidi, di non accettarli e di combatterli in tutti i modi possibili. Invito anche le autorità preposte, non solo mottensi, a darsi letteralmente una svegliata, a non rimanere con le mani in mano. Vorrei che queste stesse autorità facessero capire ad alcuni agricoltori che quello che stanno irrorando non è acqua”.