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30 gennaio 2025

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Igor Cassina a Ca' del Poggio

Il campione olimpico di ginnastica si è raccontato, a San Pietro di Feletto, al giornalista Sky Fabio Tavelli davanti a una platea di campioni sportivi

| Gianandrea Rorato |

| Gianandrea Rorato |

Fabio Tavelli con Igor Cassina

SAN PIETRO DI FELETTO - Ca’ del Poggio e una serata a cinque cerchi. L’ennesima per uno dei grandi templi dello sport trevigiano. Il protagonista, questa volta, è Igor Cassina, intervistato dal giornalista Fabio Tavelli (nella foto sopra).

Lo spunto arriva dalla biografia del grande ginnasta, campione olimpico nella sbarra ad Atene 2004, scritta da Ilaria Leccardi. Tutto attorno, nell’evento organizzato dalla sezione Aia di Conegliano e da Ca’ del Poggio Ristorante & Resort, c’è una cornice di campioni (nella foto sotto) che hanno scritto pagine importanti dello sport italiano: stelle di ieri, come Silvio Fauner (sci nordico), Kristian Ghedina (sci alpino), Oscar De Pellegrin (tiro con l’arco), Alessandro Ballan e Marzio Bruseghin (ciclismo), Adriana Crisci (ginnastica).

E campioni di oggi: da Sara Cardin (karate) ad Alessandra Patelli (canottaggio), a Tomas Baravalle e Tiziano Pasquali (rugby), per arrivare sino a Bernardo Bernardini, diventato triatleta dopo aver rischiato di rimanere paralizzato in un incidente aereo.

“Ho imparato più dalle sconfitte che dalle vittorie: perdendo, si diventa atleti migliori”

 

Accompagnato da Valentina, la fidanzata trevigiana, Cassina ha parlato di sogni (“Sono l’ingrediente che alimenta la vita e consente di porsi obiettivi sempre nuovi”) e momenti difficili (“Ho imparato più dalle sconfitte che dalle vittorie: perdendo, si diventa atleti migliori”). Di paure (“Ai Mondiali del 2006 sono caduto durante un esercizio: per un anno non ho più avuto il coraggio di proporlo”) e grandi sfide (“Fossi nato nell’ex Unione Sovietica, con il mio fisico alto e gracile, dopo un giorno mi avrebbero cacciato dalla palestra”).

Tavelli azzarda un paragone: “Cassina per la ginnastica come Fosbury per il salto in alto: due rivoluzionari, e per questo campioni ancora più grandi”. L’ex ginnasta “venuto dallo spazio”, parafrasando la celebre frase pronunciata dal telecronista Andrea Fusco dopo la conquista dell’oro olimpico, lascia spazio ad aneddoti e ricordi. Episodi che tratteggiano il ritratto di un campione dal volto umano.

E forse anche per questo così amato dalla gente, “anche se – ha aggiunto Cassina - c’è stato un momento che la gente mi fermava per strada più per la mia partecipazione a Ballando con le stelle che per la vittoria olimpica”. I tanti campioni intervenuti alla serata di Ca’ del Poggio non si sono limitati ad applaudire il collega.

Sara Cardin, coinvolta da Tavelli, è già con il pensiero a Tokyo 2020 (“Ho aspettato per così tanto tempo che il karate venisse ammesso ai Giochi: ora non attendetevi che mi accontenti di partecipare o di puntare ad una medaglia, andrò lì con l’obiettivo di vincere”). Silvio Fauner ha ricordato i fasti di Lillehammer 1994, “quando la mia ultima frazione della staffetta fece ammutolire centomila norvegesi”.

E Kristian Ghedina si accoda: “A me successe la stessa cosa quando vinsi a Kitzbühel, sulla celeberrima Streif: in Austria furono giorni di lutto nazionale”. Marzio Bruseghin non sale in bici da anni (“Alla domenica vado a fare colazione al bar, non ho nostalgia dei tempi andati”). Ale Ballan ringrazia le granfondo: “Ogni tanto mi ci butto. Sono sincero: l’agonismo mi manca”.

A proposito di buttarsi, anche un ginnasta può aver paura del vuoto: a Cassina è successo al momento di chiudere la carriera. “Da 6 a 33 anni ho passato le mie giornate in palestra, non sapevo cosa attendermi dal dopo. Mi sono dato nuovi obiettivi e oggi, con Valentina, sono impegnato con un progetto che coniuga sport e nutrizione. La vita va avanti”.

 



Gianandrea Rorato

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