Intercettazioni in dialetto? Le traduce Zanoni
La provocazione dell'eurodeputato: "Da trevigiano mi metteri volentieri a disposizione"
CORDIGNANO - “Questo rinvio va solamente a vantaggio degli imputati perché si imita il modello Berlusconi, ovvero allungare il tempo dei processi per arrivare alla prescrizione”. E' il commento di Andrea Zanoni (in foto), eurodeputato IdV e vice presidente dell'Intergruppo Benessere degli Animali al Parlamento europeo, allo stop inaspettato di ieri mattina del processo per traffico illecito di uccelli da richiamo per motivi di traduzione delle intercettazioni dal dialetto veneto, processo che vede alla sbarra nove imputati tra i quali due ex dipendenti dell'ente Provincia, accusati a vario titolo di reati connessi alla cattura, detenzione e commercio di uccelli migratori e fauna selvatica.
“Da trevigiano mi metterei volentieri a disposizione per tradurre le intercettazioni pur di non vedere questo processo sballottato fino al 20 giugno”, è la provocazione dell'eurodeputato. Il perito incaricato di trascrivere le intercettazioni telefoniche disposte dalla Procura di Treviso ha chiesto altri due mesi di tempo e l'ausilio di un “interprete locale” per capire i termini dialettali comunicati in tutta fretta e sottovoce nel corso di molte delle conversazioni.
Tra i capi di imputazione a carico dei nove imputati troviamo: furto aggravato (la fauna selvatica è patrimonio dello stato), maltrattamento degli animali, detenzione illegale di armi, abuso d'ufficio, esercizio abusivo della professione di veterinario, rivelazione ed utilizzazione del segreto d'ufficio, detenzione di fauna protetta, commercio di fauna selvatica protetta e infine detenzione di fauna particolarmente protetta. “Molti degli uccelli catturati, secondo i capi di accusa dei magistrati trevigiani, entravano nel commercio illegale proibito dalla Direttiva 2009/147/CE”, fa sapere Zanoni.