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31 luglio 2024

Treviso

"Io, sacerdote, in visita ai malati Covid della Terapia Intensiva del Cà Foncello"

"Tutto sembra sospeso, tra la vita e la morte", il racconto di don Paolo Magoga

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

don Paolo Magoga,  Luca Ferrarese

Don Paolo Magoga e Luca Ferrarese

TREVISO - “Prima di entrare in reparto mi corazzano per bene: copriscarpe, cuffia per i capelli, nuova mascherina, camice e guanti, igienizzante. Ad accompagnarmi la caposala del reparto. Ogni volta vivo una particolare emozione e cerco di non turbare il silenzio, il lavoro di medici e infermieri. La caposala mi dice che un paziente ha 40 anni, un altro ha la mia età poco più di 50. Potrei essere io. Tutto sembra sospeso, tra la vita e la morte”.

Don Paolo Magoga, sacerdote della Diocesi di Treviso e presidente della Fondazione Opera Monte Grappa, fa parte del gruppo di sacerdoti diocesani che fanno visita ai malati Covid, ricoverati nel reparto di Terapia Intensiva dell’ospedale Cà Foncello di Treviso
. Qui ha potuto vedere da vicino il dolore, ma anche la dedizione e l’amore delle cure del personale sanitario.

“Mi avvicino ad un letto. L’infermiera mi porge una garza, strumento base di ogni medicazione, ed io la intingo nell’ampolla dell’olio per gli infermi e sfioro, come da rito, mani e fronte del malato. Recito la formula e benedico. La preghiera si confonde col sussurrare degli operatori sanitari. Ad ogni letto un cambio di garza, un infermiere si segna, ci accompagna con una preghiera".

“Nel toccarli per l’unzione - racconta don Paolo Magoga - nell’accarezzarli per un silenzioso saluto mi sento così vicino eppure così lontano. Al termine del “giro”, nel grazie che ricevo dal personale, sento che quell’unzione ha toccato tutti perché, alla fine, siamo tutti pazienti. E mentre mi tolgo “i paramenti” per tornare alla mia vita mi rendo conto che qualcosa mi è rimasto dentro. Sono stato contagiato da quel luogo e da quelle persone. E’ come se fossi entrato nella locanda del Buon Samaritano e avessi visto quello che da fuori non si vede: la cura. Sono entrato per ungere e sono stato unto con l’olio del rispetto, della dedizione, dell’onore dato a chi, sebbene “sconosciuto”, è trattato come un amico”.

 Mercoledì 31 marzo don Paolo, rinnoverà la visita agli ammalati della Terapia intensiva del Ca’ Foncello. Ad accompagnarlo ci sarà Luca Ferrarese presidente del Reparto Donatori di Sangue di Fonte che per l’occasione, a nome dell'associazione, donerà al personale 70 uova pasquali a cui è stato allegato un messaggio di augurio e speranza di don Paolo.

 


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