"IOV Castelfranco, infermieri in turno anche fino a 14 ore"
La Funzione Pubblica CGIL lancia l’allarme e si appella ai vertici del nosocomio per una soluzione immediata
CASTELFRANCO - "Turni massacranti anche di 14 ore filate allo IOV di Castelfranco Veneto. Questa è la drammatica situazione che si è venuta a creare in questi ultimi giorni dopo settimane nel corso delle quali il personale ospedaliero dei reparti di ematologia e oncologia era già al limite, con riposi soppressi e anche fino a tre notti consecutive di servizio per coprire i buchi dettati dalla programmazione delle ferie e dai casi di positività per Covid".
Sara Tommasin e Andrea Artuso della segreteria provinciale della FP CGIL di Treviso, lanciano l’allarme e fanno appello ai vertici dell’Istituto Oncologico Veneto per trovare nelle prossime ore una soluzione per quella che definisco: "una condizione ormai ingestibile, mossa dalle strutturali e gravi carenze di organico, che ormai va oltre l’emergenza pandemica e che impatta fortemente sulle vite lavorative dei dipendenti del nosocomio castellano e mette a rischio un’offerta di assistenza sanitaria specialistica ritenuta d’eccellenza".
“Già nelle scorse settimane le difficoltà di coprire i turni, in particolare degli infermieri, per la maggior parte neoassunti, si sono fatte sentire – spiegano Tommasin e Artuso della FP CGIL di Treviso –. Ora la situazione è fuori controllo e al personale dei reperti è chiesto di saltare il riposo, vengono programmate anche tre notti di fila e i turni arrivano a toccare anche le 14 ore di servizio ininterrotto. Non puntiamo il dito contro nessuno, perché siamo ben consapevoli che le carenze croniche del personale in questa fase si sono sommate alla programmazione delle ferie e alle assenze per Covid, ma è necessario trovare immediatamente una soluzione per alleggerire gli insostenibili carichi di lavoro".
"Questo dello IOV, dove le diverse figuri professionali operano, è un contesto delicatissimo per le cure che vengono fornite. Per tale ragione la qualità dell’assistenza dev’essere mantenuta altissima, ma a farne le spese non possono essere i lavoratori, che sono sottoposti a fortissimo stress da più di due anni, dunque soggetti a rischi per sé e per i pazienti. Abbiamo ripetutamente, come Sindacato, sollecitato la direzione a monitorare e gestire una situazione che stava via via peggiorando e che ora è a un punto di non ritorno – sottolineano Tommasin e Artuso –, è oltremodo necessario che i vertici dell’Istituto Oncologico Veneto agiscano subito per trovare una soluzione”. OT