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19 dicembre 2024

Treviso

L’Anpi di Treviso denuncia al Prefetto il dilagare della propaganda fascista in provincia

Calendari con la faccia del duce nelle edicole e bottiglie di vino con Hitler sull’etichetta - FOTO

| Ingrid Feltrin Jefwa |

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| Ingrid Feltrin Jefwa |

propaganda fascista a Treviso

TREVISO – Dopo i fatti di Conegliano dove alla Festa delle associazioni sono state esposte delle maglietti che inneggiavano alla marcia su Roma (nello stand dell’associazione paracadutisti), ora la sezione di Treviso dell’Associazione nazionale Partigiani d’Italia ha deciso di denunciare l’escalation di propaganda fascista in corso negli ultimi tempi. Giuliano Varnier, Presidente dell’Anpi trevigiana si è quindi rivolto al Prefetto Angelo Sidoti affinché le istituzioni intervengano a sanare questa situazione, ma ecco il testo della lettera:

 

Illustrissimo Signor Prefetto, Le scrivo per informarLa che in alcune edicole della nostra Provincia, in particolare a Conegliano, a Mogliano e in altre località, sono esposti con provocatoria evidenza calendari e altre forme di propaganda che propongono immagini di Benito Mussolini. Questa propaganda ostenta frasi intollerabili inneggianti alle famigerate imprese del fascismo. Non mancano riferimenti alle imprese coloniali nel corso delle quali, questo viene omesso, con brutale violenza razzista e con l’uso dei gas, furono sterminate migliaia di persone inermi, compresi donne, vecchi e bambini. Naturalmente tali imprese sono elencate come se fossero state una marcia trionfale e non già una violenta repressione delle libertà più elementari dei popoli. Non mancano neppure i luoghi dove si espongono bottiglie di vino (certamente di infima qualità) con le immagini di Hitler e di Mussolini sull’etichetta.

 

Le segnalo inoltre che domenica 4 settembre, alla festa delle associazioni di Conegliano, di fronte al gazebo dell’Anpi, l’associazione dei paracadutisti esponeva simboli che richiamavano chiaramente il fascismo. Allego le foto con altre immagini presenti in altre località. L’Anpi di Conegliano ha fatto notare l’intollerabile provocazione alla polizia locale, che ha provveduto a far togliere questa esibizione fascistoide. Forse costoro pensano che stia tornando il vento ammuffito di un secolo fa e ritengono lecito esibire spudoratamente la loro appartenenza, ma questo offende la sensibilità di tantissimi cittadini e oltretutto viola le leggi vigenti nel nostro Paese, dove tante donne e uomini anno combattuto o sono morti per la libertà e per darci una Costituzione democratica e antifascista. Lei ricorderà certamente la reazione di sdegno che c’è stata di recente di fronte all’imbrattamento con croci uncinate di una lapide in ricordo di Tina Anselmi, partigiana, ministro della Repubblica e sincera antifascista.

 

Ci scusi per questi richiami, ma è interesse delle istituzioni e di tutti i cittadini democratici che certe tragedie, o l’ostentata esibizione di fatti criminali, non si ripetano. Questo sta scritto a caratteri incancellabili nella nostra Costituzione, nata dalla lotta di Liberazione. Quello che vogliamo evidenziare è il fatto che il materiale esposto è inconfutabilmente propaganda fascista proibita dalla legge. Non ci richiamiamo soltanto allo spirito e alla lettera della XII norma finale della Costituzione, ma anche a quanto sta scritto nelle leggi Scelba (Legge n. 645/1952 – Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione) e nella Legge Mancino (Legge n. 205/1993). Risulta con tutta evidenza che il materiale in questione, non solo per le foto, ma anche per il contenuto, viola ciò che sta scritto nelle citate leggi ed in particolare: a) quanto previsto dagli art. 4 e 8 della Legge n. 645/1952, dove si fa riferimento ai reati di apologia e al possibile sequestro del materiale di propaganda prima dell’azione penale; b) quanto previsto dall’art. 4 della Legge n. 205/1993, ove si interviene a sostituire il secondo comma dell’art 4 della legge 20 giugno 1952 n. 645. Certi di un Suo intervento, facendo anche presente sia alle forze di polizia, sia alla Magistratura la natura apologetica del fascismo di tali pubblicazioni”.

 

 

 


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Ingrid Feltrin Jefwa

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