Latteria Soligo: “L’inaudito aumento dei prezzi di combustibili e materie prime stanno mettendo a dura prova tutta la filiera produttiva”
Le materie prime per l’alimentazione animale sono aumentate del 50%, del 500% il gas naturale ed è più che raddoppiata l’energia elettrica
| Tiziana Benincà |
FARRA DI SOLIGO - La Latteria Soligo opera da circa 140 anni grazie al lavoro dei soci produttori di latte, ma l’inaudito aumento dei prezzi di combustibili e materie prime stanno mettendo a dura prova tutta la filiera produttiva.
Le materie prime per l’alimentazione animale sono aumentate del 50%, del 500% il gas naturale ed è più che raddoppiata l’energia elettrica.
“Una situazione oramai insostenibile ma che, come latteria sociale, stiamo cercando di fronteggiare, ad esempio, attuando rapidi interventi di efficientamento dei processi di produzione, con una riduzione del consumo di energia per ogni reparto. Ma oggi i costi stanno, purtroppo, superando nettamente i ricavi e molti nostri soci si vedono costretti a chiudere le proprie attività” commenta il presidente Lorenzo Brugnera.
Agli aumenti dei costi in stalla, si aggiungono i rincari nel confezionamento e nel trasporto che costringono quindi le latterie a rivedere i prezzi di vendita. “Credo che i nostri consumatori, abituati ad acquistare prodotti del territorio che sono sicuri e genuini comprenderebbero ed accetterebbero questi rincari, che sarebbero comunque attuati con un forte senso di responsabilità. Ne va della sopravvivenza degli allevamenti. E se chiudono le nostre stalle saremo costretti ad importare il latte dall’estero con maggiori costi e senza controlli, privando dei prodotti locali più ricercati il nostro territorio” prosegue Brugnera.
La Grande Distribuzione non accetta però una soluzione di questo tipo, che andrebbe ad incidere sul consumatore finale. “Produttori e distributori hanno la stessa responsabilità nei confronti dei consumatori, ma non si può pensare che solo chi produce debba farsi carico degli esagerati aumenti degli ultimi mesi. Riconoscere a chi produce qualità un piccolo aiuto, significa evitare la sua morte economica che, a sua volta, si tradurrebbe in una notevole diminuzione proprio di quei prodotti Made in Italy che il mondo ci invidia e che la grande distribuzione cerca”.