Lavoro: metà delle assunzioni sono precarie, disoccupazione all'8%
Boom di redditi sotto i 7.500euro, i dati dello studio della Cisl Belluno-Treviso
| Isabella Loschi |
TREVISO - L’andamento del mercato del lavoro continua a non dare sostanziali segnali di miglioramento, ma il numero dei disoccupati nella Marca cala sensibilmente.
Secondo i dati sull’andamento del Mercato del Lavoro provinciale, diffusi dalla Cisl Belluno - Treviso, rispetto al 2013 si registrano 2mila nuova assunzioni in più, per un totale di oltre 23mila nuovi contratti di lavoro. Di queste però, più della metà sono assunzioni a tempo determinato ed un altro 30% sono contratti di somministrazione. I contratti a tempo indeterminato, invece, calano dal 15,4% al13%. Dall’aumento delle assunzioni dunque, si spiega la leggera flessione del numero dei disoccupati che passano da oltre 92mila del 2013 agli attuali 91.160. “Il tasso di disoccupazione - sottolinea Alfio Calvagna, della segreteria Cisl Treviso Belluno- resta comunque al di sopra dell’8%”. Ad essere maggiormente colpita è la fascia di lavoratori tra i 30 e i 54 anni (64,2%).
L’ufficio studi del sindacato ha preso in esame anche i dati sui redditi dei trevigiani elaborati dal Caf. L’analisi dei 54.156 modelli 730 elaborati mostra una riduzione dei trevigiani che dichiarano un reddito tra 7.500 e 17.500 euro all'anno a fronte di un incremento della fascia tra i 17.501 e i 30mila. “Questo dato – afferma Calvagna - potrebbe essere supportato anche dal fatto che ci sono oltre 23mila assunzioni a tempo determinato che possono aver influito sulla variazione percentuale dei redditi medio/bassi della terza fascia (+6%). Cresce, però, anche il numero chi guadagna meno di 7.500 euro (14,5%).
Regge bene l’export che registra un più 7,8%, posizionando Treviso al secondo posto dopo Vicenza nella classifica Veneta. I comparti che esportano maggiormente sono macchinari meccanici ed elettronici; gli arredamenti; gli elettrodomestici; le calzature e la carpenteria metallica. Soffrono l’edilizia, il manifatturiero e trasporti.
“Potremmo definire la situazione - commenta Calvagna - stabile in negativo”. Dobbiamo sottolineare l’urgente necessità che il Paese Italia ed il Veneto, in particolare, faccia una chiara scelta di politica industriale, che oltre a mettere ordine nel nostro sistema manifatturiero, faccia proprio un piano di investimenti che possano rilanciare produzioni innovative e di qualità, capaci di rimettere in moto l’occupazione”. Per invertire l'andamento, la Cisl trevigiana lancia un appello al mondo sindacale, agli imprenditori e la governo: “E’ necessario sapersi reinventare non solo in nuove produzioni, ma anche in un modo nuovo di fare impresa e cultura imprenditoriale coinvolgendo il territorio, le forze sociali ed economiche in un ampio progetto di innovazione economica/ industriale, capace di attrarre investimenti esteri e indirizzare quelli interni. Il governo, con la manovra sulla fiscalità per le imprese, ha tolto ogni alibi al pretesto dell’alto costo del lavoro, adesso tocca agli imprenditori dimostrare la loro capacità manageriale nel saper finalizzare i loro margini economici in investimenti produttivi. Il sindacato sia pronto a raccogliere la sfida sulla produttività competitiva superando le ideologie”.