Lavoro, aumentano le assunzioni dei giovani ma sono tutti precari
I dati della Cisl, nella Marca boom del lavoro a chiamata e in somministrazione
| Isabella Loschi |
TREVISO - La ripresa c’è ma è molto fragile. Se da un parte cresce il numero dei lavoratori con meno di 30 anni (+33,9%), il cui saldo è passato da 1.915 del 2016 a 2.125 del 2017,la maggior parte è assunta con contratti di somministrazione (+28%) o a chiamata passati da 40 nel 2016 a 1.695 nel 2017: il +412,9%. I dati emersi dal rapporto sul mercato del lavoro nel secondo trimestre del 2017 della Cisl Treviso-Belluno.
“I dati dimostrano che i giovani trovano lavoro ma solo attraverso contratti atipici - commenta Alfio Calvagna componente della segretaria della Cisl, rispondendo anche alla presidente di Unindustria, Maria Cristina Piovesana, in relazione al dibattito sui giovani poco interessati al lavoro nelle fabbriche e alla difficoltà delle aziende a trovare giovani figure professionali. “Le imprese, al di là dei richiami per il fatto che non trovano giovani sufficientemente interessati alle posizioni lavorative disponibili, quando assumono, scelgono di rivolgersi alle agenzie interinali, e quindi di sostenere un costo del lavoro più alto del 15-20% anziché prendersi il rischio di un’assunzione stabile. Attraverso i contratti di somministrazione ottengono lo stesso livello di professionalità, lo pagano di più ma non si assumono rischi”.
Il sindacato chiede alle imprese “maggiore coraggio di investire nella stabilizzazione dei giovani lavoratori, con contratti di apprendistato, perché la fase di grande criticità è superata: non si dà futuro ai giovani nella precarietà”.
In generale, i dati presentati dalla Cisl gurdano con fiducia al futuro. Dopo il picco della crisi registrato a fine 2014, con 31mila posti di lavoro persi, nei primi sei mesi del 2017 nella Marca si registra un saldo tra assunzioni e cessazioni pari a +8.585. La ripresa in provincia di Treviso nel secondo trimestre dell'anno è trainata soprattuto dal sistema manifatturiero che ha registrato il 70% in più di occupati, passando da un saldo in attivo tra assunzioni e cessazioni di 1.160 nel secondo trimestre 2016 ai 1.960 dello stesso periodo del 2017. Hanno rialzato la testa il comparto del legno e del mobile, che chiude il trimestre con un saldo di + 280 (130 nel secondo trimestre 2016). Segnali positivi arrivano dal commercio al dettaglio e dalla pubblica amministrazione. In sofferenza il commercio all'ingrosso (-58% sullo stesso trimestre dell'anno scorso) e i servizi finanziari (100 posti in meno, il doppio rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso), “settore che sta patendo la grave crisi delle banche venete e nel quale sono in corso forti ristrutturazioni”, puntualizza Calvagna.