L'Oras Motta si prepara al turnover degli operatori socio-sanitari
Al concorso di selezione indetto per stabilire la graduatoria dei prossimi OSS entranti hanno presentato domanda 117 candidati
MOTTA DI LIVENZA - L’Ospedale ad Alta Riabilitazione ORAS di Motta di Livenza si prepara al turnover degli operatori socio-sanitari (OSS). Al concorso di selezione indetto per stabilire la graduatoria dei prossimi OSS entranti (per ogni operatore uscente) hanno presentato domanda 117 candidati, 81 dei quali, superata la selezione iniziale, hanno svolto la prova scritta al Base Hotel di Noventa di Piave. Lo scopo del concorso è di far fronte al turnover degli operatori socio-sanitari, che coinvolge all’incirca 15 unità ogni anno, garantendo uno standard elevato per i servizi medici prestati dall’Ospedale di alta specializzazione di Motta.
Il direttore sanitario dott. Guido Sattin e la responsabile delle risorse umane del nosocomio dott.ssa Sabrina Matteazzi hanno sottolineato come «L’operatore socio-sanitario che affianca l’infermiere ha un ruolo particolarmente importante nella riabilitazione: partecipa ad ogni momento della vita quotidiana del paziente mieloleso, cerebroleso, cardiopatico e fragile e nel rapporto con i suoi familiari». «La giornata riveste una grande importanza - ha detto il dott. Sattin ai candidati - non solo per i presenti, ma anche per l’Ospedale che ha bisogno di personale preparato e motivato nel prendersi cura del paziente».
«In ORAS l’umanizzazione e l’attenzione al paziente sono elementi di eccellenza - ha spiegato la dott.ssa Matteazzi a margine della prova - e pertanto anche la selezione assume un ruolo strategico nella gestione del personale. Per questo abbiamo riservato così grande attenzione a questo concorso». Infine, anche l’Amministratore Delegato dell’ospedale, il dott. Francesco Rizzardo, ha espresso la sua soddisfazione nel riscontrare un’adesione così ampia alla selezione: «La presenza di numerosi candidati interessati a lavorare presso ORAS, dimostra che l’Ospedale è sempre più affermato e riconosciuto sul territorio, non solo provinciale, ma anche nazionale».